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Battesimo dei Neonati - parte II

Ultimo Aggiornamento: 07/03/2023 21:34
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10/02/2008 06:20
 
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Caro Gaetano,

Caro Barny

Ho ricevuto il tuo libro, appena ho un pò di tempo inizio a leggerlo!

Mi fa piacere spero ti edifichi,

Sai che non è facile dialogare dove i forum non sono adeguatamente moderati e dove gli insulti e gli OT si sprecano.

Il problema Barny non sta tanto nel fatto di lamentarsi o meno di forum che a tuo avviso si ricevono insulti e si va OT, ma nel fatto di frequentare forum appunto in cui puoi trovare molte più persone che non la pensano come te e che quindi puoi ricevere molte più obiezioni e credimi amico mio col tempo tale cosa può stancarti… A mio avviso è proprio questo che è successo a te sul forum infocattolico. Se non altro potrai capire meglio la mia posizione in questo forum. Sul forum di Agape ricevi molte più critiche sul tuo modo di pensare e devi rispondere a destra e a manca e tu hai visto ciò come una forma di “aggressione” alla tua persona. Non nego che alcuni ti abbiano mancato di rispetto o possano aver usato frasi taglienti su di te. Ma questo capita in qualunque forum. Tu stesso mi dicesti quando si parlò di Tito 2,13: “Gaetano andiamo sul forum apologia che possiamo discutere tranquillamente della cosa”. Lo credo Barny che per te la cosa si poteva discutere “più tranquillamente”… Il problema però amico mio non sta nel fatto di essere più tranquilli o meno o trovare “forum adeguatamente moderati” ma, “com’è ovvio”, tu ti trovi più a tuo agio qui. Io ovviamente compresi la tua situazione e non ti creai problemi cercando di venirti incontro il più possibile.

Comunque visto che sono loro che sentono il bisogno di "criticare" e di "confrontarsi" con le nostre credenze non vedo perchè lo facciano come pettegolezzo in altri forum dove sappiamo che per coscienza non partecipiamo. Mi pare incoerente, cercare il dialogo e attaccarci dove non ci sono TdG per rispondere. L'impressione, ma solo quella, è che si preferisca attaccarci anche con palesi imprecisioni e calunnie (come nel caso di Leoni) senza volersi confrontare con noi. Io chiedo solo: Perchè? Tu ne hai idea?

Va sul forum del Gris, Barny. Li non vi sono solo ex tdG. Anzi i principali responsabili don Lorenzo Minuti e il signor Sandro Leoni non sono mai stati ex tdG puoi intavolare discussioni con loro, chiedere spiegazioni e chiarimenti sul loro comportamento, sul perché la pensano in quella maniera.

Ciao. [SM=g7255]
10/02/2008 12:55
 
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Caro Gaetano,


Sul forum di Agape ricevi molte più critiche sul tuo modo di pensare e devi rispondere a destra e a manca



A me fa piacere rispondere, ma io rappresento solo il mio punto di vista. Qui coloro che nutrono dubbi e seminano coalunnie verso i TdG potrebbero avere un panorama più ampio.

Perchè allora preferiscono tempestare di domande e critiche solo i pochi TdG li presenti ed evitano di farlo dove avrebbero sicuramente più risposte?


nego che alcuni ti abbiano mancato di rispetto o possano aver usato frasi taglienti su di te.



Beh... io non tengo conto del male, ma ci sono alcuni che mi hanno preso letteralmente e pesci in faccia, accusadomi apertamente di essere ignorante, bugiardo, manipolato, ecc...


Ma questo capita in qualunque forum



Non direi, se in un qulunque forum, compreso quello, provi a rivolgere ad un cattolico o ebreo gli stessi epiteti che sono stato rivlti a me e alla mia religione sei immadiatamente bannato ad saecola saeculorum.


“com’è ovvio”, tu ti trovi più a tuo agio qui



Quando il forum infocattolico era moderato adeguatamente, forse lo ricorderai, si poteva discutere tranquillamente e nessuno alzava la voce o lanciava anatemi propagandistici contro i TdG, ma nel momento in cui è cambiata la moderazione ho assistito continuamente a violazioni della netiquette, dove Polidori e altri si potevano permettere di insultarmi apertamente a insultare la fede dei testimoni di Geova senza neppure ricevere un warning.


Anzi i principali responsabili don Lorenzo Minuti e il signor Sandro Leoni non sono mai stati ex tdG puoi intavolare discussioni con loro, chiedere spiegazioni e chiarimenti sul loro comportamento, sul perché la pensano in quella maniera



Posso farlo, ma quello che non capisco è perchè questi personaggi spettegolino sui TdG alle spalle. Se hanno un sincero interesse per noi perchè non vengono qui a spiegarci? Noi siamo insultati e dovremmo andare a casa loro a farci dare lezioni di religione? Non lo trovo corretto da parte loro pretenderlo.

[SM=x65]






[Modificato da barnabino 10/02/2008 23:48]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
10/02/2008 23:50
 
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Tornado a bomba, quali sono le prove che dimostrerebbero una origine apostolica del battesimo dei neonati?

La scrittura che indica che furono battezzati Cornelio con tutta la sua casa mi pare un pò debole per affermare (alla luce del significato del battesimo) che furono battezzati anche i neonati.

Shalom
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
11/02/2008 07:25
 
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PER ESPERIDIA. STUDI FATTI IN DIFESA DEL BATTESIMO DEGLI INFANTI


Formulazione della domanda

La chiesa cristiana è, o almeno dovrebbe essere, un’organizzazione missionaria. Man mano che i suoi confini si allargano uomini e donne saranno convertiti a Cristo. La professione di fede è ratificata dal battesimo. In Atti noi leggiamo di individui, famiglie e moltitudini che sono battezzate. Fin qui nessun problema. I nostri manuali per i servizi ecclesiastici prevedono battesimi per adulti. Noi crediamo in essi e li pratichiamo.9 Non c’è disputa tra noi e i battisti su questo!

La domanda invece è questa: dovrebbero essere battezzati i bambini di uno o entrambi i genitori professanti?
Noi Riformati, a questa domanda, rispondiamo:

"Non soltanto quelli che professano fede in Cristo ed obbedienza devono essere battezzati, ma anche gli infanti di uno od entrambi i genitori credenti." (Confessione di fede di Westminster, Cap. XXVIII – Del Battesimo)

Questo è il solo punto in questione. A noi non interessa difendere abusi del battesimo degli infanti, o fraintendimenti di questo sacramento praticati in particolari servizi, né vogliamo qui discutere gli effetti del battesimo.

La questione può essere posta in un altro modo: I nostri infanti devono essere trattati come membri della Chiesa?

Considerazioni preliminari

Tutta la teologia sistematica è interconnessa e quindi ogni specifica dottrina dipende inevitabilmente da altre. Ve ne sono due che in modo specifico qui ci interessano: Chiesa e Patto. C’è stata ampia discussione su entrambi i punti, e non meno nella rivista dove questi articoli sono originariamente apparsi.10 Qui desideriamo considerare soltanto due punti. Anche se è usata una nuova forma nelle parole del nostro Signore, "Io edificherò la mia chiesa …," c’è un’unità generica con la chiesa (Atti 7:38, dove l’"assemblea" veterotestamentaria è nel greco è esplicitamente chiamata dallo Spirito Santo "ecclesia," la parola da cui noi abbiamo derivato "chiesa") dell’Antico testamento così che Paolo in Romani 11:16-21 può parlarci di un essere innestati e di un prendere parte alla "radice e alla grassezza dell’olivo;" e ci è ricordato che "non sei tu a portare la radice, ma è la radice che porta te."
Similmente, anche se parliamo di un Vecchio ed un Nuovo Patto, tra essi vi è un’essenziale unità, così che Galati 3 ci dice che prendiamo parte al patto stipulato con Abraamo, ed Ebrei fa riferimento a "un patto eterno."
Entrambi questi aspetti sono racchiusi e sommati nelle parole della promessa ad Abraamo: "In te saranno benedette tutte le famiglie della terra," Gen. 12:3. L’unità di entrambi è ulteriormente confermata dalla promessa di Dio ripetuta ad Abraamo: "Io sarò loro Dio ed essi saranno mio popolo."

Argomenti a favore del Battesimo degli Infanti

1. Cominciamo ricordando ai nostri lettori che "La salvezza appartiene all’Eterno." Chi è salvato, e quindi chi è perduto, è deciso dal Decreto eterno di Dio. Ma Dio praticamente usa dei mezzi, e noi ci accorgiamo dalla Scrittura che normalmente a Dio piace salvare lungo la linea delle generazioni.
All’inizio del volume sacro, in Genesi 4 e 5, notiamo che vengono tracciate due linee.
Prima abbiamo la linea di Caino. In essa notiamo lo sviluppo dell’agricoltura, della meccanica e della musica, come anche della poligamia e della guerra. Ma della grazia non ci è detto niente.
Quindi c’è la linea di Set. Qui possiamo notare questo: "quindi gli uomini cominciarono ad invocare il nome dell’Eterno." Anche se non possiamo sapere se tutti i discendenti di Set che sono nominati erano salvati, tuttavia nella settima generazione leggiamo: "ed Enoc camminò con Dio, e non fu più trovato, perché Dio lo prese." Dopo di lui Lamec e Noè furono uomini giusti. Ora, chiaramente non tutti i discendenti di Set erano rigenerati, perché leggiamo in Genesi 6 di matrimoni misti tra le due linee, e nonostante molti figli e figlie fossero nati, al tempo di Noè, dopo sole dieci generazioni, soltanto lui e la sua famiglia erano rimasti pii.
2. Dalla linea di Noè venne a suo tempo Abraamo, ma notiamo, durante questa transizione, una profezia significativa: "Dio allargherà Iafet, e dimorerà nelle tende di Sem." Abbiamo già notato che in Abraamo tutte le nazioni devono essere benedette, ma quando leggiamo la storia vediamo lo sviluppo della promessa del Patto significata dalla circoncisione per l’adulto Abraamo e gli uomini della sua casa e tutti gli infanti maschi di otto giorni: "Poi DIO disse ad Abrahamo: Da parte tua, tu osserverai il mio patto, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione." Genesi 17:9. Abraamo "ricevette il segno della circoncisione, come sigillo della giustizia della fede che aveva ottenuto…" Ma Isacco è circonciso quando aveva otto giorni. La chiesa infante conteneva non soltanto credenti, cioè Abraamo, ma anche la loro discendenza: Isacco.
3. Un po’ dopo leggiamo di Abraamo che il Signore disse: "Io infatti l'ho scelto, perché ordini ai suoi figli e alla sua casa dopo di lui di seguire la via dell'Eterno, mettendo in pratica la giustizia e l'equità, perché l'Eterno possa compiere per Abrahamo ciò che gli ha promesso." Doveva esserci una pia istruzione nelle vie del Signore, o, come dice il Nuovo Testamento a riguardo: "E voi, padri, non provocate ad ira i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell'ammonizione del Signore."
4. Al tempo di Mosè fu aggiunto un secondo sacramento: la Pasqua. Ora, entrambi i sacramenti includevano lo spargimento di sangue e naturalmente raffiguravano il solo grande e finale sacrificio del nostro Salvatore, il Signore Gesù Cristo. "Cristo, la nostra Pasqua, è stato immolato per noi." Ma, se guardiamo indietro, lo spargimento di sangue non è più appropriato, e così il battesimo rimpiazza la circoncisione: "In Lui foste anche circoncisi … seppelliti con Lui nel battesimo …," e la Cena del Signore prende il posto della Pasqua.
5. La posizione dunque è questa: per 2000 anni Chiesa e Patto hanno incluso non soltanto i credenti ma anche la loro discendenza di infanti. Tutti i maschi erano circoncisi all’età di otto giorni, altrimenti erano trattati come tagliati fuori dal patto. Membri proseliti adulti erano circoncisi per essere ammessi. Ciò continuò nella Chiesa fino al 60 d.C., perché leggiamo di quelli che continuavano a circoncidere i loro bambini al tempo dell’ultima visita di Paolo a Gerusalemme.
6. Ora, Cristo è "il messaggero del patto," Malachia 3:1, il Patto fatto con Abraamo, e Lui è "un ministro della circoncisione per la verità di Dio, per confermare le promesse fatte ai padri, e affinché i Gentili glorifichino Dio per la Sua misericordia." Romani 15:8, 9. Ora, quali erano i termini del Patto? Solo questi: che Egli sarebbe stato "un Dio per Abraamo e la sua discendenza." C’è dunque qualche comandamento che abroga questa posizione privilegiata dei bambini nei termini del Nuovo Patto?11
7. Cerchiamo dunque di rivedere i vari riferimenti con questa domanda in mente.
Matteo 19:13-15

Qui vediamo l’attitudine del nostro Signore a confronto con quella dei discepoli.

"Lasciate i piccoli fanciulli venire a me, perché di tali è il regno dei cieli."

Atti 2:37-39

Pietro sta predicando nel giorno di Pentecoste e in risposta alla domanda, "Fratelli, che dobbiamo fare?" egli disse: "Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo … Poiché la promessa è per voi e per i vostri figli …."12

Atti 16:14, 15
Qui leggiamo di una certa Lidia alla quale "il Signore aprì il [suo] cuore per dare ascolto alle cose dette da Paolo. Dopo essere stata battezzata con la sua famiglia …."

Atti 16:30-34

Nella storia del carceriere di Filippi vediamo che quest’ultimo chiede a Paolo: "Signori, cosa devo fare per essere salvato?». Ed essi dissero: «Credi nel Signore Gesù Cristo, e sarai salvato tu e la casa tua». Poi essi annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti coloro che erano in casa sua … E lui e tutti i suoi furono subito battezzati … e si rallegrava con tutta la sua famiglia di aver creduto in Dio." Si noti: il carceriere chiese cosa lui deve fare, ma la risposta che riceve include la sua casa, così vediamo che tutta la famiglia fu battezzata, ma fu lui, singolo, che aveva creduto.

I Corinzi 1:16

"Ho battezzato anche la famiglia di Stefana." Abbiamo qui un terzo esempio di battesimo di una famiglia.

I Corinzi 7:14

"…altrimenti i vostri figli sarebbero immondi; ora invece sono santi." I bambini del Patto si trovano in una posizione speciale davanti a Dio. C’è dibattito su cosa significhi esattamente "santi" in questo passaggio, ma io suggerisco che i testi che seguono fanno un po’ di luce a riguardo. In Ezechiele 16:21 Dio esprime malcontento: "che tu dovresti scannare i miei figli…?" ed in Malachia 2:13-15 rifiuta il divorzio, "Poiché egli cercava una discendenza da DIO."13

Efesini 6:1-3

"Figli, ubbidite nel Signore ai vostri genitori, perché ciò è giusto. «Onora tuo padre e tua madre», questo è il primo comandamento con promessa, «affinché tu stia bene e abbia lunga vita sopra la terra»."

Colossesi 3:20

"Figli, ubbidite ai genitori in ogni cosa, poiché questo è accettevole al Signore."
Ora, a chi ci si sta rivolgendo in queste due Epistole? Nella prima, "Ai santi che sono in Efeso ed ai fedeli in Cristo Gesù," e nella seconda, "Ai santi ed ai fratelli fedeli in Cristo, che sono a Colosse." Noi vediamo che istruzioni sono date a mariti, mogli, padroni, servi e bambini. Tutti sono egualmente trattati come membri della Chiesa!14

Discussione

Cerchiamo ora di essere chiari: non stiamo dicendo che questi testi provano il battesimo degli infanti. Noi non sappiamo se le famiglie di Stefana, Lidia o il carceriere di Filippi contenessero dei bambini, anche se c’è una buona probabilità che una, o più di una, ne avessero al loro interno.
Ciò che stiamo affermando è questo: i bambini dei membri della Chiesa sotto l’Antico Patto erano trattati come membri della Chiesa e i maschi ricevevano il sacramento della circoncisione. Non c’è evidenza che questo privilegio è stato ritirato sotto il Nuovo Patto, e le parti del Nuovo Testamento che abbiamo notato sono del tutto coerenti con il fatto che i bambini continuarono ad essere considerati come membri della chiesa e quindi di conseguenza battezzati. Ponendo la questione negativamente, potremmo ragionevolmente chiedere ai nostri fratelli Battisti, con la loro enfasi sul ravvedimento e la fede individuale per essere considerati soggetti degni di ricevere il battesimo, di dirci cosa nel loro sistema e nella loro pratica corrisponde ai tre battesimi di famiglie sopra menzionati?
Possiamo riassumere quello che abbiamo detto riconoscendo che Dio è Sovrano nella salvezza. Ma piace a Dio di usare mezzi per i Suoi fini ed è la Sua graziosa e misericordiosa provvisione di chiamare normalmente i Suoi eletti lungo la linea del Patto. Vediamo ciò nella linea di Set a differenza di quella di Caino. Non vediamo l’elezione operare apparentemente a caso tra le due linee. Ciò naturalmente non vuol dire che tutti quelli che si trovano nella linea del Patto sono salvati; tra i discendenti di Set sembrerebbe che la maggioranza si sviò. Né significa che Dio non può cominciare una nuova linea di patto in qualsiasi momento; perché questo è precisamente quanto noi vediamo accadere nell’opera missionaria. Io ho sentito di persone Riformate olandesi che possono far risalire i loro antenati 400 o 450 anni fa e dicono che in ogni generazione ci sono stati quelli che hanno invocato il nome del Signore. Sotto l’antica dispensazione il segno del Patto era la circoncisione, ma durante la nuova lo è il battesimo. E’ interamente in linea con questo che dovremmo aspettarci di battezzare i nostri infanti, e tutta l’evidenza che abbiamo indica questa direzione. La linea di Sem giunse fino ad Abraamo, ai Patriarchi e quindi a tutto Israele. Molti di noi nell’Ovest sono discendenti di Iafet. Riguardo a questo, come per altro, per noi è appropriato dimorare nelle tende di Sem!

Conclusione

Abbiamo cercato, fino ad ora, di presentare la verità in un modo positivo. Rimane soltanto considerare le obiezioni al pedobattesimo e di tirare alcune conclusioni pratiche per l’intera discussione.

Obiezioni al Pedobattesimo

Nelle pagine precedenti abbiamo cercato di presentare positivamente la verità che la discendenza infantile dei genitori credenti deve essere battezzata. "L’argomento in poche parole è semplicemente questo: Dio stabilì la Sua Chiesa nei giorni di Abraamo e vi pose bambini al suo interno. Essi devono rimanerci finchè Egli non li toglie via. Egli non li ha mai tolti via. Essi sono ancora membri della Sua Chiesa e in quanto tali hanno diritto alle sue ordinanze. Tra queste ordinanze vi è il battesimo, che, trovandosi in una posizione simile nel Nuovo Testamento a quella che aveva durante la dispensazione del Vecchio, come quella deve essere amministrata ai bambini."

La citazione è presa dalla conclusione di un affascinante articolo di B.B. Warfield intitolato: "La Polemica sul Battesimo degli Infanti" in cui lui considera sei obiezioni al Battesimo degli Infanti elencate da A. H. Strong nella sua Teologia Sistematica, e mostra che nemmeno una di esse è valida.15 Vale la pena di leggere l’intero articolo. Qui, in una risposta molto più breve, desidero semplicemente considerare tre obiezioni che vengono regolarmente poste.

Obiezione I.

"Non c’è alcun comandamento nel Nuovo Testamento per il Battesimo degli Infanti."

La prima risposta deve sicuramente essere che è l’argomento dell’esclusione degli infanti dalla chiesa che deve essere provato dai nostri oppositori! Che la circoncisione degli infanti come quella degli adulti era praticata per espresso comandamento di Dio nell’Antico Testamento è ammesso da tutti. Dove, sotto la Nuova Dispensazione esso è stato abrogato? E perché, sotto la più piena, chiara e splendente luce del Vangelo i nostri bambini devono essere spiritualmente svantaggiati in confronto alla loro posizione nell’Antico Testamento?

Secondo, quando il nostro obiettore afferma, come di solito accade, che ha bisogno di un comandamento positivo, egli mostra sicuramente una certa misura di arroganza. Dio ci istruisce nella Sua Parola in prosa: "Nel principio Dio creò i cieli e la terra." In Poesia: "I cieli dichiarano la gloria di Dio." In Parabole: "Un seminatore uscì a seminare." C’è l’allegoria: "e queste sono un’allegoria," e anche stile apocalittico: "Rivelazione di Gesù Cristo…"Una dottrina può essere "o espressamente stabilita nella Scrittura, o per buona e necessaria conseguenza dedotta dalla Scrittura." [Confessione di fede di Westminster, Cap. I. VI] Non è appropriato per la creatura mettersi a giudicare il modo in cui il Creatore dovrebbe istruirci, accettiamo riverentemente quello che Egli fa.

Terzo, può essere obiettato che "Personalmente non me ne importa niente del tuo ‘buona e necessaria conseguenza.’ Dammi un esplicito comandamento della Scrittura ed obbedirò!" Non te ne importa niente? Ogni chiesa cristiana che conosco giustamente ammette le donne credenti alla Cena del Signore. Ma non c’è né un comandamento esplicito per questo nel Nuovo Testamento, né un solo esempio a riguardo. Noi ammettiamo le donne alla Cena, e giustamente, per "buona e necessaria conseguenza."

Considerando questo vediamo che questa prima obiezione semplicemente crolla.

Obiezione 2.
"Le Scritture richiedono fede e ravvedimento prima del battesimo."

Questo argomento naturalmente si sviluppa in questo modo: gli infanti sono incapaci di esercitare sia fede che ravvedimento e quindi non sono soggetti appropriati per il battesimo. Ma se spingiamo l’argomento un pò oltre notiamo che è un sofisma. Ciò che si sta implicando è questo:

Le Scritture richiedono fede e ravvedimento dagli adulti perché possano essere battezzati, ma siccome gli infanti non possono esercitarli non possono essere battezzati.

La fallacia di questo ragionamento sta nel fatto che la premessa riguarda gli adulti, ma la conclusione riguarda gli infanti.

Forse potremmo essere più chiari ancora sostituendo il testo precedente con questo: "Chi crede ed è battezzato sarà salvato, ma chi non crede sarà condannato." E così: le Scritture richiedono fede ed il battesimo dagli adulti perché essi siano salvati, ma siccome gli infanti non possono esercitarli saranno condannati.

E ancora: "Se qualcuno non vuole lavorare non deve neppure mangiare." E così: le Scritture richiedono che gli adulti lavorino perché mangino, ma siccome gli infanti non possono lavorare essi non possono mangiare né essere nutriti!

Il sofisma, un argomento specioso ma fallace, è ora sicuramente chiaro. Noi non crediamo che tutti gli infanti sono perduti, né crediamo che non dovrebbero non mangiare. L’errore sorge semplicemente perché si applica agli infanti ciò che è inteso per gli adulti, e chiaramente dunque anche questo argomento crolla completamente.

Obiezione 3

Questa serie si concentra primariamente sull’analisi e sul commento dei dati biblici. Ma c’è un’obiezione storica che piuttosto regolarmente è posta. I Riformatori, e quelli tra noi che adottiamo la posizione Riformata, sono accusati di essersi portati dietro il Battesimo degli infanti da Roma. Ora, se dovessi far notare ai Battisti che nel praticare l’immersione essi stanno semplicemente seguendo i Testimoni di Geova, essi giustamente risponderebbero in modo indignato che essi hanno seguito questa pratica da molto prima che Testimoni di Geova esistessero.
Precisamente la stessa considerazione possiamo fare noi. La storia del battesimo degli infanti ha le sue radici, non, come qualcuno suggerisce, solo dopo l’anno 400, ma molto prima nel passato, fino a dove abbiamo reperti storici. I primi sviluppi del sacerdotalismo ci furono intorno all’anno 250 d.C. con Cipriano. Lungo i secoli la sede di Roma aumentò le sue pretese con fermezza, man mano che il braccio frenante dei Cesari si indebolì, e così la potenza dell’uomo del peccato si accrebbe, II Tessalonicesi 2. Ma dovette passare un millennio prima che il sistema Romano fosse pienamente sviluppato.
Uno potrebbe allo stesso modo argomentare che cantare i Salmi non è biblico perché Roma canta i Salmi.
Noi li cantiamo perché vediamo che il Signore ed i Suoi apostoli li cantavano. Sono quelli che non li cantano che non seguono la Bibbia. La pratica Riformata non deve niente a Roma, ma il fatto che questa cantilena è così prontamente ripetuta suggerisce la disperazione del caso Battista.

Implicazioni

Quali conclusioni possiamo trarre da quanto abbiamo detto fin qui?

I. Quando una persona è stata battezzata nel nome della Trinità questo battesimo non deve mai essere ripetuto. Non sarà qualche commento sull’"aspersione degli infanti" che giustificherà questa pratica. Il ministro che svolge questa ripetizione dovrebbe saperlo bene, ed il candidato potrebbe saperlo meglio se solo si fosse informato adeguatamente. So che la parola anabattista ha dei cattivi connotati, e nessuno difenderebbe mai gli incidenti terribili che si verificarono nei secoli scorsi, ma sembra ancora che questa sia l’unica parola da poter essere applicata a questa pratica della ripetizione. Ma, dirà qualcuno, i miei genitori erano soltanto cristiani nominali. Io fui battezzato perché "così si usava fare." Così Dio nella Sua misericordia ti ha dato la realtà che corrisponde a ciò che, forse nell’ignoranza, fu dato nel rituale da bambino. Gioisci, ma non ripetere il battesimo. Ma, dirà qualcun altro, la chiesa in cui fui battezzato è largamente apostata ed il ministro era un uomo empio. Se ciò è vero, queste cose sono comuni e deplorevoli, ma non invalidano le azioni ufficiali, non più di quanto il carattere di un ufficiale di stato civile che celebra matrimoni influisce sulla loro validità. La sola eccezione a questa regola concerne i culti, come i Testimoni di Geova, i Mormoni, gli Unitariani, ecc., dove il Dio Triuno è rinnegato. In questi casi il battesimo cristiano dovrebbe essere richiesto.

II. Nel caso in cui una persona sia stata condotta alla vera fede in Cristo e non sia stata precedentemente battezzata dovrebbe richiedere il battesimo urgentemente. Il battesimo è l’evidenza che definisce a se stessi e al mondo che si è cristiani. Forse è ironico che i soli luoghi dove uno può incontrare credenti non battezzati sono le chiese battiste, o quelli connessi per nascita a loro. Può verificarsi che, proprio come in alcune chiese Presbiteriane ci sia una certa riluttanza a prendere la Cena del Signore perché è infrequentemente celebrata, a causa dell’enfasi che vi è posta, così nelle chiese Battiste vi è una non biblica enfasi sul battesimo, e la pretesa che sia praticato in un modo particolare (che noi giudichiamo non biblico), e spesso associato ad una grande messa in mostra, inibisce proprio le anime più sensibili ed esercitate che secondo un giudizio caritatevole sarebbero candidati propri per questa ordinanza.

III. Ma al di là delle nostre dispute e divisioni dobbiamo ricercare la realtà della fede. Ci siamo davvero ravveduti e abbiamo creduto al vangelo? Ha Dio salvato le nostre anime in Cristo? Qualsiasi conclusione possiamo raggiungere sui modi ed i soggetti, ovvero sul rituale, siamo partecipi della realtà che esso raffigura, ovvero il battesimo con lo Spirito Santo e la nuova nascita? Se no, tutta la nostra teologia sarà vana, e sarebbe meglio che non fossimo mai nati!

Conclusioni Finali

Giungendo alla fine, in qualche modo con un’attitudine di ringraziamento, voglio ancora riconoscere il pericolo menzionato all’inizio del nostro approccio a questo soggetto. La difesa della posizione Riformata e biblica è qualcosa che siamo stati costretti ad intraprendere a causa di chi considera questo soggetto così importante da istituire chiese battiste, ordinare ministri battisti, e strutturare un’intera denominazione. Storicamente questo movimento è scismatico.
Invitiamo ora tutti costoro a riconsiderare attentamente la loro posizione.
E’ comune per i Battisti vedere il battesimo come un simbolo della morte e risurrezione di Cristo. Se comunque essi considereranno quello che è stato scritto riguardo al Significato, sospetto che ci sia poco da disputare.
Per quanto riguarda il Modo, invitiamo il lettore a non appoggiarsi su pochi testi prova, ma di percorrere l’intero Nuovo Testamento e notare ogni luogo dove si parla del battesimo, compresi quei testi dove l’originale è adombrato dalla traduzione. Che egli voglia considerare le moltitudini al Giordano, i tremila nel giorno di Pentecoste, il carceriere di notte, ecc.. Poi li metta a confronto con la quantità di lavoro necessario per immergere una persona sola. Inoltre, si ricordi che il rituale deve rappresentare la realtà dello spargimento dello Spirito Santo. Io credo che la sola conclusione può essere quella di abbandonare l’insistenza sull’immersione.
Per quanto riguarda i Soggetti, siamo d’accordo che gli adulti convertiti dovrebbero battezzarsi. La sola questione reale è come trattare i loro bambini. Qui abbiamo bisogno di considerare tutti i dati della Scrittura.
Il fatto che i bambini erano inclusi nel Patto dall’inizio, l’assenza di qualsiasi indicazione di cambiamento, e le note incidentali di battesimi di intere famiglie ed i comandamenti indirizzati ad i bambini considerati come membri della chiesa, possono indicare una sola strada.
Per altre risorse in italiano, clicca qui.


Bibliografia

Il miglior libro sul Battesimo è la Bibbia! Lo scopo di questi articoli è stato semplicemente quello di far risaltare la posizione biblica, e invitiamo semplicemente i nostri lettori ad emulare i cristiani bereani e quindi ricercare da loro stessi la verità intorno a questo soggetto, e siamo fiduciosi del risultato. Ma molti di noi non conoscono il greco, ed, inoltre, se la nostra attenzione non è specificatamente attratta su un argomento, noi potremmo tendere con facilità a non interessarcene più di tanto. Di certo questi articoli non avrebbero potuto essere stati scritti senza attingere da altre fonti. Lo studente interessato può trovare nelle seguenti opere un prezioso aiuto:

Jay E. Adams …………………………………………………………….. The Meaning and Mode of Baptism

James M Chaney ………………………………………………………………………….. William the Baptist

Peter Edwards …………………………… Candid Reasons for Renouncing the Principles of Anti-Pedobaptism

Edmund B. Fairfield ……………………………………………………………………….. Letters on Baptism

W. J. Lowe …………………………………………………………………… Baptism, Its Mode and Subjects

Pierre Ch. Marcel ……………………………………………………. The Biblical Doctrine of Infant Baptism

John Murray ………………………………………………………………………………... Christian Baptism

Duane Spencer ……………………………………………………………………………….….. Holy Baptism











1N.d.T. Vedi nota numero 7 a pagina 20.

2N.d.T. Misura di volume anglosassone.

3N.d. T. Francesco De Lucia, il traduttore del presente studio di M. Kimmitt, è in un certo qual modo in disaccordo con questa affermazione dell’autore, in quanto che essa presuppone che dallo studio della Scrittura non si possa ricavare con certezza il corretto modo di amministrare il battesimo. L’eresia dei Galati essenzialmente consiste nell’ aggiungere un rito, un’opera inventata dagli uomini, o un’opera fatta dagli uomini all’opera di Cristo come parte essenziale per la base della propria giustificazione dinanzi a Dio. Ora, se i Battisti intendono questo quando dicono che un battesimo che non è per immersione non è valido, cioè che quindi la persona a cui è stato amministrato non può essere salvata, allora l’osservazione di Kimmitt è pertinente, ma se da parte dei Battisti il punto è meramente determinare quale sia il corretto modo, e la Scrittura ci permette di determinarlo, allora si deve necessariamente parlare del corretto modo a discapito di un altro che non lo sarà. In questo caso quindi è lecito parlare di un modo scorretto di amministrare il battesimo confrontandolo con quello che la Scrittura ci insegna essere quello corretto.

4N.d. T. E’ utile fare un’ulteriore precisazione. Il passaggio di Levitico 14:6, 7 è usato dai Battisti come prova che "battesimo" significhi "immersione," facendo peraltro riferimento alla versione dei Settanta che traduce con la parola "battezzerà" la parte che al verso 6 in ebraico significa "immergerà." Ma benché sia così, si deve fare attenzione a notare che il battesimo neo-testamentario raffigura la purificazione dal peccato, e che dunque è il verso 7 quello a cui ci si deve riferire quando si ha in mente la purificazione, non il verso 6. La parte che parla di come la purificazione viene effettuata, applicata, è il verso 7. Colui che doveva essere purificato veniva asperso, non veniva immerso. Ed è a questa fase che il battesimo neo-testamentario fa riferimento, a quella applicazionale dell’elemento purificatore, o meglio, che raffigura la purificazione. Ciò è confermato da tutti gli altri passaggi menzionati. La purificazione avviene sempre per mezzo di un’aspersione purificatrice, la pratica che nell’AT raffigurava la purificazione col sangue di Cristo, col quale veniamo "aspersi" (I Pietro 1:2). Quest’opera ci viene applicata mediante lo Spirito, col quale veniamo "aspersi," perché Egli è sparso sui credenti. Il battesimo con acqua non fa altro che raffigurare questo.

I Battisti in sostanza fanno riferimento al verso sbagliato in Levitico 14, e ciò sempre perché partono col presupposto che "battesimo" debba significare solo "immersione," e credono di trovare al verso 6 una conferma della loro posizione. Ma non è quello il verso che parla della purificazione, la realtà raffigurata dal battesimo con acqua, bensì il verso 7.

5N.d. T. Cristo non ha "immerso" le sue vesti nel sangue dei Suoi nemici, ma è il sangue che è stato spruzzato sulle Sue vesti. Come risultato di questo spruzzo sulle vesti, Giovanni vede questa veste intrisa del sangue, bagnata ed impregnata del sangue spruzzato precedentemente sulle vesti. La parola greca "bapto" è usata per descrivere lo stato delle vesti già bagnate e impregnate dal sangue, e non il modo in cui quel sangue è giunto in contatto con le vesti. Questo contatto, il momento "applicazionale" del sangue alla veste, non è l’immersione, ma lo spruzzo, o aspersione.

Considerando la dottrina del modo del battesimo, il lettore deve ricordare che noi ci stiamo qui occupando proprio del momento "applicazionale" dell’elemento (l’acqua) a colui a cui esso è applicato.

6N.d.T. Riguardo alla probabilità che Apocalisse possa supportare la probabilità che le vesti siano state in qualche modo "immerse" nel sangue, vedasi nota numero 5, in cui è chiarito bene che non lo sono state.

7N.d.T. Questo è valido solo quando ci si trova di fronte ad un’induzione chiusa, ovvero quando per stabilire una legge universalmente valida si esaminano tutti i dati possibili che conducano allo stabilimento di una legge in base a tutti i dati, e si è sicuri che non ve ne siano di ulteriori che possano confermare o disapprovare la legge. Ciò, nel caso dello studio sul significato della parola battesimo nella Scrittura è possibile, perché i dati che abbiamo da analizzare per stabilire "la legge" sono finiti, ma, in moltissimi casi riguardanti leggi naturali, è impossibile, in quanto i dati da analizzare spesso non sono compresi in un numero ed in un tempo finito. Molte, se non tutte, le leggi della scienza empirica, dunque, basandosi su una fallacia logica, quella dell’induzione, sono sempre falsificabili da ulteriori osservazioni ed esperimenti futuri, e quindi sono, in un’ultima analisi, non da doversi considerare come vere.

8N.d. T. Malattia derivante dell’utilizzo di acqua inquinata.

9N.d. T. Ciò si verifica in ogni congregazione di confessione Riformata o Presbiteriana.

10N.d. T. Il periodico a cui qui è fatto riferimento è il già menzionato British Reformed Journal. Si visiti pure il sito web: www.britishreformedfellowship.org.uk/ per maggiori informazioni.

11N.d. T. Cristo è ministro della circoncisione per confermare le promesse fatte ai padri. Le promesse sono sintetizzate in questa promessa fatta ad Abraamo: "Io sarò il tuo Dio e della tua discendenza." Cristo ha dunque confermato questa promessa nell’amministrazione del Patto dell’era neo-testamentaria, e, non essendoci alcun comandamento che abroghi questa promessa per la discendenza dei figli di Abraamo, ovvero i figli dei credenti, ma anzi Cristo l’ha confermata, anche alla discendenza spirituale dei figli di Abraamo nel Nuovo Testamento la promessa rimane valida, proprio come era nell’epoca patriarcale. Il segno della promessa era ricevuto da tutta la discendenza naturale di Abraamo, benché la promessa fosse stata fatta soltanto alla discendenza spirituale che si trovava in essa, e ugualmente nell’epoca neo-testamentaria la promessa è la stessa, confermata da Cristo, ed è fatta, come nell’epoca precedente, a tutta la discendenza spirituale che si trova in mezzo a quella naturale dei figli dei credenti. Come nella vecchia amministrazione del patto di grazia tutta la discendenza naturale riceveva il segno della promessa, così questa pratica rimane invariata nell’epoca neo-testamentaria della chiesa, non essendovi stata apportata alcuna abrogazione ed essendo il patto e la promessa rimaste le stesse.

12N.d. T. Per quelli che sono eletti tra i figli dei credenti, esattamente come nell’epoca veterotestamentaria. Ciò non preclude che il segno della promessa sia applicato a tutti, esattamente come nell’epoca veterotestamentaria. Niente ha cambiato o abrogato questo stato di cose.

13N.d. T. Suggerisco che "santi" si riferisca in senso proprio solo alla discendenza eletta tra i figli dei credenti, e riferito agli altri significa "esternamente santi." Solo ai primi appartiene il senso vero e proprio della parola, ai secondi solo uno temporale e puramente esteriore, simile a quello riguardante "il marito non credente santificato nella moglie" di 1 Corinzi 7:14 stesso, anche se è da dire che per quanto riguarda i figli dei credenti allevati nella disciplina ed ammonizione del Signore c’è da prendere in considerazione le influenze spirituali della Parola che essi ricevono durante tutto il tempo della loro istruzione in una famiglia cristiana. Anche in questo senso essi sono "santi," perchè santificati, seppure sia solo in modo esteriore e superficiale, e non trattandosi di persone realmente rigenerate, dalla Parola e dallo Spirito che parla nella Parola, vedasi Ebrei 10:26-29.

14N.d. T. Ci si rivolge a loro nello stesso senso in cui ci si rivolge ai credenti adulti, nel bel mezzo di esortazioni alla chiesa. Essi sono dunque visti come credenti rigenerati e membri della chiesa a tutti gli effetti, benché tra loro soltanto i bambini eletti lo siano, proprio come in una congregazione ci sono adulti che sono veri credenti ed altri che non lo sono, ma comunque anch’essi ricevono esortazioni ed istruzioni essendo considerati tutti come credenti rigenerati. Come ai credenti considerati rigenerati si danno esortazioni di ubbidire "nel Signore," così anche ai bambini si ordina di ubbidire "nel Signore." Solo un rigenerato può essere esortato nel bel mezzo di esortazioni rivolte alla chiesa ad ubbidire ad un comandamento, perché solo un rigenerato può adempiere il comandamento di Dio (Romani 8:1-5). Solo i reprobi, manifestando persistente rifiuto di obbedire in fede, nel Signore, alla Parola rivolta al popolo del Patto, saranno considerati come probabilmente non appartenenti al popolo dei rigenerati, il popolo a cui solo appartiene la promessa, e quindi disciplinati prima con censure e poi, se vi è persistente mancanza di ravvedimento, con scomunica.
11/02/2008 07:47
 
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Cara Esperidia, questo invece è uno scritto di Calvino sul battesimo dei bambini (lo difende). Te lo espongo in tre post, perché troppo lungo.

1. Dovendo constatare che la prassi del pedobattismo da noi seguita è oggetto di contestazione e di polemiche da parte di gente malvagia, quasi non fosse stata istituita da Dio, ma fosse frutto di una iniziativa degli uomini, in tempi recenti, o da collocarsi qualche tempo dopo l'età apostolica, penso sia opportuno, a questo riguardo, confermare le coscienze dei deboli e refutare le obiezioni menzognere, che questi seduttori muovono per strappare la verità di Dio dal cuore delle persone semplici non sufficientemente istruite da poter rintuzzare i loro cavilli e le loro astuzie.



Ricorrono generalmente ad un argomento apparentemente convincente: unico loro desiderio è quello di mantenere la parola di Dio nella sua integrità senza aggiungere o togliere nulla come, invece, avrebbero fatto coloro che per primi hanno introdotto la prassi del pedobattismo, apportando aggiunte e prendendo questa iniziativa senza avere la garanzia di alcun comandamento. Siamo pronti ad ammettere la validità di questo argomento qualora fossero in grado di dimostrare che questo battesimo è frutto di un'invenzione umana e non di un ordine di Dio. Quando avremo, invece, chiaramente dimostrato che è calunnioso e falso definire, da parte loro, tradizione umana questa istituzione così fortemente radicata nella parola di Dio, vedranno svanire questo argomento a cui si appellano invano. Ricerchiamo dunque l'origine prima del pedobattismo. Qualora infatti dovesse risultare temeraria invenzione degli uomini, ammetto che debba essere abbandonata e debba essere assunto, quale autentica norma, l'ordine del Signore; i sacramenti sarebbero solo appesi ad un filo non avessero quale fondamento la parola di Dio. Se invece riscontriamo che i bambini sono battezzati in base all'autorità di Dio evitiamo di recargli offesa rifiutando i suoi regolamenti suoi regolamenti.

2. Deve essere chiaro anzitutto alla mente dei credenti che l'esatta valutazione dei segni o sacramenti che il Signore ha lasciato e raccomandato alla sua Chiesa non si ricava solo dall'esame degli elementi o delle cerimonie esteriori, ma dipende essenzialmente da quelle promesse e da quei misteri spirituali che nostro Signore ha inteso raffigurare con tali cerimonie. Per una esatta valutazione del battesimo e della sua portata non ci si deve dunque. Limitare a considerare l'acqua e ciò che si compie esteriormente, ma occorre innalzare i nostri pensieri alle promesse divine che quivi sono offerte ed alle realtà interiori e spirituali di cui troviamo qui dimostrazione. Così facendo noi afferriamo la sostanza e la realtà del battesimo, anzi, prendendo le mosse da qui, saremo in grado di comprendere a qual fine sia stata istituita questa aspersione d'acqua e quale ne sia l'utilità. Se invece tralasciamo queste considerazioni e fissiamo unicamente l'attenzione sulla pratica esteriore, non giungeremo mai ad intendere il valore e l'importanza del battesimo e neppure il significato di quell'acqua, di cui facciamo uso o il suo messaggio. Non stiamo a discutere più a lungo questo fatto trattandosi di una realtà così chiaramente e frequentemente dimostrata nella Scrittura da non poter essere assolutamente oggetto di dubbio e di incomprensione da parte dei cristiani.

È dunque nelle promesse conferite al battesimo che si deve cercare la sua sostanza. La Scrittura ci insegna che in esso ci è anzitutto raffigurato la remissione e il perdono dei nostri peccati, che otteniamo mediante lo spargimento del sangue di Gesù Cristo. In secondo luogo la mortificazione della nostra carne che otteniamo altresì mediante la partecipazione alla sua morte per giungere ad una nuova vita, cioè all'innocenza, la santità, la purezza. Da questi elementi siamo in grado di intendere perciò che il segno visibile e materiale non è che la rappresentazione di realtà più alte ed eccellenti per intendere le quali dobbiamo valerci della parola di Dio in cui risiede tutta la verità del segno. Vediamo dunque la realtà significata e raffigurata nel battesimo essere il perdono dei nostri peccati, la mortificazione della nostra carne in vista di partecipare alla rigenerazione spirituale che deve essere in tutti i figli di Dio. Anzi ci è qui dimostrato che tutte queste realtà hanno la loro motivazione e il loro fondamento in Cristo.

Questo, in sostanza il significato del battesimo in cui si può compendiare quanto ne dice la Scrittura, fatta eccezione di un punto che non abbiamo menzionato: il battesimo è altresì un segno mediante cui noi confessiamo, davanti agli uomini, che il Signore è nostro Dio e ci dichiariamo membri del suo popolo.

3. Il popolo di Dio ebbe, prima dell'istituzione del battesimo, la circoncisione che fu in vigore al tempo dell'antico patto; dobbiamo dunque procedere ora all'esame delle analogie e delle differenze, che esistono fra i due segni, per poter intendere, in base a queste, quanto dell'uno può essere riferito all'altro. Quando nostro Signore ordinò ad Abramo la circoncisione, espresse, a mo' di premessa, la volontà di essere suo Dio e Dio della sua discendenza (Ge 17, TO ) , dichiarando di essere onnipotente e di avere ogni cosa in suo possesso, sì da essere per lui fonte e pienezza di ogni benedizione. : È inclusa, in queste parole, la promessa della vita eterna, come l'ha dichiarato nostro Signore deducendo, dal fatto che il padre suo si era dichiarato Dio d'Abramo, un argomento per convincere i Sadducei dell'immortalità e della risurrezione dei credenti: "Egli non è "dice "un dio dei morti, ma dei viventi " (Mt. 22.32; Lu 20.38). Nello stesso modo san Paolo, ricordando ai pagani, nel secondo capitolo agli Efesini, da quale condizione di ignoranza nostro Signore li avesse tratti, deduce, dal fatto che fossero senza circoncisione, che erano senza Cristo, estranei alle promesse, senza Dio e senza speranza (Ef. 2.12) , in quanto la circoncisione rappresentava la testimonianza di tutte queste realtà. Il primo passo per avvicinarci a Dio ed entrare nella vita eterna è rappresentato dalla remissione dei nostri peccati. Ne consegue che questa promessa corrisponde a quella del nostro battesimo che è promessa della nostra purificazione.

Nostro Signore dichiarò, in seguito, ad Abramo in che modo dovesse camminare in sua presenza: con integrità ed innocenza; questo esprime semplicemente il concetto della nostra mortificazione in vista di risuscitare a nuova vita. Ad evitare che sussistesse qualche dubbio riguardo al fatto che la circoncisione era segno e figura della mortificazione, Mosè ne dà una più chiara illustrazione nel decimo capitolo del De quando esorta il popolo d'Israele a circoncidere il suo cuore per il Signore (De 10.16) in quanto popolo da lui eletto fra tutte le nazioni della terra. Così come nostro Signore, accogliendo quale popolo suo la famiglia di Abramo, ordina che siano circoncisi, Mosè dichiara che debbono essere circoncisi di cuore quasi ad illustrare qual sia la verità contenuta in questa circoncisione carnale (De 30.6). Anzi, ad evitare che il popolo pretenda raggiungere questa mortificazione con le proprie forze, gli ricorda che si tratta di un'opera della grazia di Dio in noi. Tutte queste cose sono state così spesso ripetute dai profeti che non occorre dilungarci. Constatiamo dunque che per i padri erano contenute nella circoncisione promesse spirituali, le stesse che sono contenute nel battesimo, presentando loro la remissione dei peccati e la mortificazione della carne per vivere a giustizia. Anzi, come abbiamo detto, che Cristo è il compimento di questa realtà in quanto è il fondamento del battesimo, altrettanto può dirsi della circoncisione. Perciò è fatta ad Abramo la promessa che in lui si attuerà la benedizione di tutti i popoli della terra; quasi nostro Signore dicesse che tutta la terra, maledetta in se stessa, avrebbe ricevuto benedizione per mezzo suo E il segno della circoncisione è aggiunto quale suggello e con ferma di questa grazia.

4. Risulta ora facile giudicare e stabilire in quali punti i due segni, della circoncisione e del battesimo, concordino e differiscano.

La forza del sacramento è nei due casi unica, ed è rappresentata, come abbiamo visto, dalla promessa della misericordia di Dio, della remissione dei peccati e della vita eterna. La realtà raffigurata è una sola: la nostra purificazione e la nostra mortificazione. La motivazione e il fondamento di queste realtà, cioè Cristo, ne rappresentano, nell'un caso come nell'altro, la conferma e il compimento. Non sussiste, di conseguenza, differenza riguardo al mistero interiore in cui consiste, come abbiamo detto, tutta la sostanza dei sacramenti.

La diversità che sussiste riguarda unicamente la cerimonia esteriore, quella parte cioè che nel sacramento è di minore importanza in quanto la realtà fondamentale è costituita dalla Parola e della cosa significata e rappresentata.

Possiamo pertanto concludere che tutto ciò che appartiene alla circoncisione appartiene altresì al battesimo, fatta eccezione per la realtà esteriore e visibile della cerimonia. A questa deduzione ci conduce la norma stabilita da san Paolo: tutta la Scrittura doversi giudicare secondo la misura e la similitudine della fede (Ro 12.3-6) , che sempre ha le promesse come suo obiettivo. In realtà la verità si lascia, a questo punto, quasi toccare Cl. Dito. Come la circoncisione è stata per gli Ebrei un segno, per significare loro che Dio li accoglieva come suo popolo e lo dovevano considerare loro Dio, e rappresentava così, in forma esteriore, l'ingresso nella Chiesa di Dio, analogamente, mediante il battesimo, siamo innanzi tutto accolti nella Chiesa di nostro Signore perché risulti chiara la nostra appartenenza al suo popolo, e dichiariamo volerlo riconoscere quale nostro Dio.

Fuori discussione è dunque il fatto che il battesimo è subentrato alla circoncisione.

5. Se, a questo punto, qualcuno domanda: si può amministrare il battesimo ai bambini come una realtà che appartiene loro secondo l'ordine divino? Chi sarà così poco assennato da rispondere soffermandosi unicamente sulla realtà visibile dell'acqua senza rivolgere piuttosto la sua attenzione al mistero spirituale? E considerato sotto questo punto di vista non c'è dubbio che il battesimo appartenga di diritto ai bambini.

Nostro Signore, ordinando anticamente di circoncidere i bambini, ha voluto dimostrare in modo evidente che li considerava partecipi della realtà rappresentata in quell'atto. In caso contrario si dovrebbe dire che quella istituzione è stata soltanto menzogna e finzione, anzi, puro inganno; cosa che non si può né pensare né proporre fra credenti. Il Signore afferma esplicitamente che la circoncisione di un bambino è per lui garanzia del Patto che gli è stato annunziato. Il Patto essendo unico è indubbio che i figli dei credenti non ne sono oggi meno partecipi di quanto i figli degli Ebrei lo furono al tempo dell'antico patto. E se sono partecipi della realtà significata perché non dar loro parte al sacramento che non è se non figura e rappresentazione? Dovendosi fare una distinzione fra il segno esteriore e la Parola quale dovrà considerarsi maggiore e più eccellente? Il segno è al servizio della parola di Dio. Si comprende perciò chiaramente che risulti inferiore a quella e sia di importanza minore. Ora è chiaro che la parola del battesimo è rivolta ai bambini, perché dunque negare loro il segno che di quella parola è solo elemento accessorio? Quand'anche non esistessero altri motivi per chiudere la bocca a tutti i critici, questo sarebbe largamente sufficiente.

La questione sollevata riguardo al fatto che per la circoncisione era stabilito un giorno fisso è priva di importanza. È; vero che il Signore non ci ha vincolati, come aveva fatto con gli Ebrei, a giorni particolari, ma ci ha lasciata in questa materia piena libertà; ci ha tuttavia dichiarato in che modo i bambini debbano essere solennemente accolti nel suo petto. Che cosa possiamo noi chiedere di più?

11/02/2008 07:50
 
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6. La Scrittura ci conduce però ad una conoscenza della verità ancor più evidente. È: indubbio infatti che il patto stabilito, una volta, con Abramo dal Signore, dicendo che voleva essere il suo Dio e il Dio della sua progenie, non ha oggi, per i credenti, minor valore di quanto abbia avuto allora per il popolo ebraico; questa parola si rivolge oggi ai cristiani non meno che ai padri dell'antico patto. In caso contrario risulterebbe che la venuta di Gesù Cristo ha sminuito e ridotto la grazia e la misericordia di Dio e sarebbe questa orribile bestemmia da pronunciare e da udire.

Infatti i bambini degli Ebrei furono detti progenie santa per il fatto di essere eredi di questo patto e di essere separati dai figli degli infedeli e degli idolatri; per la medesima ragione i figli dei cristiani sono detti santi anche quando siano generati soltanto da un padre o da una madre credente e sono, in base alla testimonianza biblica separati dagli altri (1 Co. 7.14). Ora il Signore, dopo aver promesso ad Abramo questo patto, vuole sia attestato al bambini mediante il sacramento esteriore (Ge 17.12). Che scusa potremmo noi addurre per non stipulare e suggellare questo patto oggi come allora? Non si può obiettare che l'unico sacramento dato ad attestazione del Patto sia stato la circoncisione, oggi abolita. La risposta, infatti, è facile: nostro Signore ha stabilito la circoncisione per quel tempo, nondimeno dopo la sua abrogazione, permane sempre valida la necessità di confermare il Patto visto che non è men valido per noi di quanto sia stato per gli Ebrei.

Occorre perciò considerare con attenzione gli elementi che abbiamo in comune con gli Ebrei e sono simili, e quelli che sono invece diversi. Il Patto è realtà comune, comuni sono le motivazioni che ne richiedono la conferma, l'unica differenza consiste nel fatto che ebbero quale conferma la circoncisione e noi oggi abbiamo il battesimo. In caso contrario, se cioè fosse sottratta a noi la testimonianza che gli Ebrei ebbero riguardo ai loro figli, la venuta di Cristo avrebbe avuto come risultato che la misericordia di Dio sarebbe meno evidente per noi di quanto lo fu per gli Ebrei. Una affermazione di questo genere non può esser fatta senza che ne risulti grande disonore a Gesù Cristo in virtù del quale invece la bontà infinita del Signore è stata sparsa sulla terra più ampiamente e più abbondantemente che mai; occorre dunque ammettere che la grazia di Dio non può avere oggi un carattere di minore certezza o essere più segreta di quanto sia stata sotto le ombre della Legge.

7. Per questa ragione nostro Signore, volendo mostrare che era venuto più per accrescere e moltiplicare le grazie del padre suo che per limitarle, accolse con bontà e prese in braccio i bambini, che gli venivano presentati, rimproverando i suoi apostoli che volevano impedire loro di avvicinarsi, affermando che in tal modo non si lasciava venire a lui quelli a cui il regno dei cieli appartiene, a lui che di quel regno è via di accesso (Mt. 19.13-15). Che relazione esiste, dirà alcuno, tra quell'abbraccio di Gesù e il battesimo? Non è infatti detto che li abbia battezzati, ma solo che li accolse, prese in braccio, e pregò per loro. Volendo imitare l'esempio di nostro Signore, si dovrebbe pregare per i bambini e non battezzarli, cosa che lui stesso non ha fatto. Occorre invece meditare, con un po' più di attenzione di quanto facciano costoro, all'insegnamento del testo. Non è infatti di poca importanza il fatto che Gesù accettando che i bambini gli siano presentati, aggiunga questa motivazione: che di loro è il regno dei cieli. Egli manifesta in seguito la sua volontà con un atto visibile prendendoli in braccio e pregando per loro. È lecito condurre i bambini a Gesù Cristo? Perché non dovrebbe esser lecito accoglierli al battesimo che rappresenta il segno esteriore con cui Gesù Cristo ci attesta la comunione e il legame che abbiamo con lui? Se il regno dei cieli appartiene loro, perché dovrebbe essere loro negato il segno con cui ci viene dato accesso alla Chiesa per farci eredi del regno di Dio? Non si agisce forse iniquamente volendo respingere coloro che nostro Signore chiama a sé? Rifiutare loro ciò che egli dà? Chiudere loro la porta che egli ha aperta? Qualora fosse possibile scindere il battesimo dall'opera di Gesù Cristo, quale elemento dovrebbe essere considerato maggiore: che Gesù Cristo li accolga, e imponga loro le mani, quale segno di santificazione e preghi per loro, dichiarandoli suoi, o che noi, mediante il battesimo, attestiamo che sono partecipi del Patto?

Gli altri argomenti, a cui si ricorre per dare spiegazione a questo testo, sono cavilli privi di serietà. La tesi secondo cui si trattava di bambini già grandicelli in quanto Gesù dice che li si lasci venire, è in evidente contrasto con il testo scritturale dove si parla di "lattanti "che si recano in braccio. Il verbo "venire "deve infatti essere inteso semplicemente nel senso di avvicinarsi. Si vanno a cercare cavilli in ogni sillaba quando ci si oppone con ostinazione alla verità.

L'altra obiezione è questa: non è detto che il regno dei cieli appartenga ai bambini, ma a coloro che sono simili a bambini. Si tratta di una scappatoia. Se questo fosse il caso perché nostro Signore avrebbe voluto far vedere che i bambini debbono avvicinarsi a lui? Quando dice: lasciate i bambini venire a me è chiaro che il suo riferimento è fatto a bambini di età infantile. E aggiunge, per far comprendere che la sua richiesta è giustificata: di tali è il regno dei cieli. È necessario che in questo "tali "essi siano inclusi. Il termine si deve pertanto intendere in questo modo: il regno appartiene a loro e a quelli che sono simili a loro.

8. Chi non vede ora che il pedobattismo è lungi dall'essere una temeraria invenzione degli uomini, dato che riposa su fondamenti biblici così evidenti? La obiezione di alcuni: non potersi provare con la Scrittura che gli apostoli abbiano mai battezzato bambini risulta priva di fondamento. Pur ammettendo che non si trovino esplicite dichiarazioni al riguardo, questo non significa che non li abbiano battezzati, visto che quando si fa menzione di una famiglia che abbia ricevuto il battesimo, i bambini non sono mai esclusi (At. 16.33). Ricorrendo ad una argomentazione analoga noi dovremmo escludere le donne dalla Cena di nostro Signore visto che non è mai detto nella Scrittura che abbiamo partecipato al sacramento al tempo degli apostoli. In questo caso noi seguiamo, come si conviene, la norma di fede considerando unicamente se l'istituzione della Cena si riferisca anche a loro e sia intenzione di nostro Signore che essa sia data loro. Analogo procedimento usiamo nel caso del pedobattismo. Considerando infatti per chi è stato istituito il battesimo, constatiamo che non concerne i bambini meno di quanto concerne le persone adulte. Privarli del battesimo sarebbe dunque non adempiere le intenzioni del Signore.

È altresì pura menzogna l'opinione secondo cui il pedobattismo sarebbe stato introdotto parecchio tempo dopo gli apostoli. Infatti tutte le fonti storiche antiche, che possediamo, della Chiesa primitiva ne attestano l'uso anche in quei tempi.

9. Rimane da dimostrare ora di che giovamento sia per i credenti la prassi del battezzare i loro bambini e per i bambini l'essere battezzati a quella età. Da alcuni infatti è respinto come inutile e privo di significato. Così facendo costoro si sbagliano grandemente. Il fatto che così facendo disprezzano l'ordine dato dal Signore, riguardo alla circoncisione, che fu circondata della stessa venerazione e della stessa stima, sarebbe sufficiente a reprimere la loro temerarietà e la loro presunzione che li conduce a condannare, con atteggiamento assurdo e irrazionale tutto ciò che la loro sensibilità carnale non è in grado di intendere. Nostro Signore però ha provveduto ancor meglio a reprimere la loro folle arroganza. Non ha tenuto celata la sua volontà ma ha rivelato l'utilità evidente della sua istituzione: il segno dato ai piccoli fanciulli è un suggello per confermare e ratificare la promessa fatta da nostro Signore ai credenti di spandere la sua misericordia non solo su di loro ma sulla loro posterità sino alla millesima generazione. Viene così, in primo luogo, attestata la bontà divina per magnificare ed esaltare il suo nome. In secondo luogo per incoraggiare il credente e dargli la forza di consacrarsi interamente a Dio facendogli constatare che quel Signore misericordioso non ha soltanto cura di lui ma altresì dei suoi figli e della sua discendenza.

Non si deve replicare che la sola promessa è di per se sufficiente ad assicurarci della salvezza dei nostri figli. Dio infatti ha giudicato opportuno dover agire altrimenti e sopportare la infermità della nostra fede in questo campo. Tutti coloro perciò che accolgono con ferma fiducia la promessa che Dio vuole usare misericordia alla loro discendenza sono tenuti a presentare i loro figli, per accogliere i segni della misericordia e ricevere consolazione e forza, vedendo il patto del Signore suggellato nel corpo dei loro figli. Al bambino deriva il vantaggio che la Chiesa cristiana, riconoscendolo membro del suo corpo, ha per lui una cura particolare. E dal canto suo ha la possibilità, crescendo, di essere maggiormente incline a servire quel Signore che si è manifestato a lui quale padre, prima che lo conoscesse, e lo ha accolto a far parte del suo popolo sin dal seno materno. Dobbiamo infine temere la vendetta del Signore in quanto, rinunciando a segnare i nostri figli Cl. Segno del Patto, rinunciamo ai benefici che egli ci offre (Ge 17.14).

10. Passiamo ad esaminare gli argomenti di cui lo spirito maligno si è valso per creare, in molti, errori e delusioni su questo punto Cl. Pretesto di mantenersi fedeli alla parola di Dio; vediamo anche il valore di queste macchinazioni con cui Satana ha tentato di abbattere questa santa istituzione del Signore, osservata da sempre con riverenza nella sua Chiesa. Coloro dunque che il Diavolo spinge ad opporsi, su questo punto, alla parola di Dio pur così evidente dovendosi riconoscere vinti dalla argomentazione della summenzionata similitudine tra il battesimo e la circoncisione, fanno ogni sforzo per mettere in evidenza qualche fondamentale diversità tra quei due segni sicché non abbiano più nulla in comune. In primo luogo affermano che le realtà figurate sono diverse, in secondo luogo che il Patto è altro, in terzo luogo che i bambini devono esser considerati in modi diversi.

Volendo giustificare il primo punto affermano che la circoncisione è stata figura non del battesimo bensì della mortificazione.

In questo siamo pienamente d'accordo; si tratta infatti di un argomento a nostro favore. Per chiarire anzi la nostra intenzione diciamo questo: la circoncisione e il battesimo rappresentano entrambi la mortificazione. E da questo deduciamo che il battesimo è subentrato alla circoncisione in quanto ha per i cristiani il significato che quella aveva per gli Ebrei.

Riguardo al secondo punto è evidente che sono trascinati da follia in quanto non distorcono solo un testo, ma la Scrittura intera con false interpretazioni.

Ci presentano difatti gli Ebrei come un popolo carnale e rozzo con cui Dio non ha stabilito alcun patto, se non per la vita temporale e a cui ha dato promesse soltanto per i beni presenti e corruttibili. Se le cose stessero così non ci resterebbe altro da fare che considerare quel popolo un branco di porci che nostro Signore ha voluto nutrire al truogolo abbandonandoli poi alla perdizione eterna. Ogni qual volta menzioniamo la circoncisione e le promesse ad essa legate immediatamente replicano che si tratta di un segno formale e di promesse carnali.

11. Se la circoncisione è stata un segno formale, altrettanto deve dirsi del battesimo; san Paolo infatti nel secondo capitolo ai Colossesi non considera l'una più spirituale dell'altra, affermando che in Cristo siamo circoncisi di una circoncisione non fatta dall'uomo, quando ci siamo spogliati del peso del peccato che abita nella nostra carne, e dicendo che è questa la circoncisione di Cristo (Cl. 2.2). A commentare questo fatto dichiara in seguito che siamo stati sepolti con Cristo nel battesimo. Che significa questo testo se non che la verità e il compimento del battesimo sono verità e compimento della circoncisione in quanto entrambi sono figura della medesima realtà? Egli intende dimostrare che il battesimo è per i cristiani ciò che la circoncisione era stata per gli Ebrei. Avendo dimostrato chiaramente più sopra che le promesse di quei due segni, e i misteri in essi raffigurati, non differiscono in nulla, non ci soffermeremo più a lungo. Invitiamo però i credenti a porsi la domanda se debba ritenersi carnale e formale un segno quando il suo contenuto è interamente spirituale e celeste. Dato però che citano a giustificazione della loro menzogna alcuni testi, risolveremo in poche parole le obiezioni che possono muoversi.

È indubbio che le promesse fondamentali date da nostro Signore nell'antico Testamento al suo popolo, in cui esprimeva la sostanza del patto che egli stabiliva con loro, furono di natura spirituale e concernevano la vita eterna e sono state intese spiritualmente dai padri per nutrire la loro speranza della gloria futura e per partecipare ad essa con tutto il loro sentimento. Non contesto, è vero, che egli abbia dichiarato la sua bontà nei loro riguardi mediante altre promesse concernenti realtà carnali e terrene, che anzi le abbia fatte a conferma di quelle promesse spirituali; vediamo infatti che dopo aver promesso al servo suo Abramo la beatitudine immortale aggiunge la promessa della terra di Canaan per attestargli la sua grazia e il suo favore (Ge 15.1-18). Si devono perciò interpretare tutte le realtà terrene, promesse al popolo ebraico, tenendo presente che la promessa spirituale precede sempre, come il fondamento e la radice cui tutto il rimanente deve essere riferito. Non è il caso di fare al riguardo più che un cenno in quanto il problema è stato ampiamente trattato nel capitolo sulle relazioni tra l'antico e il nuovo patto.

12. La differenza che pretendono rilevare tra i bambini dell'antico patto e quelli del nuovo consiste in questo: i figli di Abramo furono allora i discendenti carnali, oggi sono coloro che ne seguono la fede. Perciò le creature di età infantile che venivano allora circoncise erano figura dei figli spirituali che sono rigenerati a vita incorruttibile dalla parola di Dio. In questo ragionamento si deve riconoscere alcunché di esatto. Questi stolti però si ingannano perché, dopo aver letto qualche cosa, non hanno l'intelligenza per proseguire nella ricerca né per raccogliere e ordinare tutta la materia concernente l'argomento.

Riconosciamo che la discendenza fisica di Abramo ha sostituito per qualche tempo la discendenza spirituale che mediante la fede è incorporata in lui, noi siamo infatti definiti figli suoi quantunque non abbiamo con lui alcuna parentela carnale (Ga 4.28; Ro 4.12). Se però interpretano, come sembra evidente, che nostro Signore non promise la sua benedizione spirituale anche alla discendenza carnale di Abramo si ingannano grandemente. Questa è invece la retta comprensione cui ci conduce la Scrittura: il Signore ha promesso ad Abramo che da lui

Sarebbe uscita la discendenza da cui sarebbero state benedette e santificate tutte le nazioni della terra promettendogli che sarebbe stato il suo Dio e il Dio della sua progenie. Tutti coloro che accolgono Gesù Cristo per fede sono eredi di quella promessa e pertanto sono detti figli di Abramo.
11/02/2008 07:51
 
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barnabino, 2/10/2008 11:50 PM:

Tornado a bomba, quali sono le prove che dimostrerebbero una origine apostolica del battesimo dei neonati?

La scrittura che indica che furono battezzati Cornelio con tutta la sua casa mi pare un pò debole per affermare (alla luce del significato del battesimo) che furono battezzati anche i neonati.

Shalom



La scrittura che cita Cornelio non conferma in alcun modo il battesimo dei neonati. Bisognerebbe infatti supporre che nella casa di Cornelio che ne fossero stati, e nessuno lo puo' garantire.

E' del tutto ovvio che chi la cita a sostegno del "pedobattesimo" ne sta facendo un consapevole abuso. Almeno fino a prova contraria.


Simon

p.s. Comunque sarà interessante leggere le osservazione di Calvino a riguardo
[Modificato da (SimonLeBon) 11/02/2008 07:53]
11/02/2008 07:53
 
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13. Il regno di Dio, dopo la risurrezione di Gesù Cristo, è stato proclamato ovunque senza limitazione, ed è aperto ad ogni popolo e nazione affinché, come egli dice, i credenti vengano dall'oriente e dall'occidente per sedersi in compagnia di Abramo, di Isacco, di Giacobbe nel regno celeste (Mt. 8.2) , nei tempi anteriori, però, nostro Signore aveva, in linea generale, limitato tale misericordia ai Giudei che egli definiva suo regno, suo popolo particolare, suo possesso (Es. 19.5).

Il Signore per garantire questa grazia a quel popolo gli aveva ordinato la circoncisione quale segno mediante cui egli si dichiarava loro Dio prendendoli sotto la sua protezione per condurli alla vita eterna. Quando Dio infatti prende cura di noi con l'intenzione di custodirci che può mai mancarci?

Per questa ragione san Paolo volendo dimostrare che i pagani sono figli di Abramo alla stregua degli Ebrei si esprime in questi termini: Abramo è stato giustificato per fede prima di essere circonciso; soltanto in seguito ha ricevuto la circoncisione quale suggello della sua giustizia per essere padre di ogni credente incirconciso, e altresì dei circoncisi, non di quelli che hanno soltanto la circoncisione, ma di quelli che imitano la sua fede (Ro 4.10-12). Non è forse chiaro che in questo modo li fa simili e di uguale dignità? Infatti per il tempo voluto da nostro Signore è stato padre dei credenti circoncisi, quando, come dice l'Apostolo, la muraglia è stata abbattuta (Ef. 2.14) , per permettere l'accesso del regno di Dio a coloro che ne erano esclusi, è diventato loro padre, quantunque non fossero circoncisi. Il battesimo tien luogo di circoncisione. San Paolo sottolinea il fatto che Abramo non è padre di coloro che si limitano alla sola circoncisione, e afferma questo unicamente in vista di abbattere la vana fiducia che gli Ebrei nutrivano nella cerimonia esteriore. Altrettanto potrebbe dirsi riguardo al battesimo, per voler confutare l'errore di coloro che vedono in esso soltanto l'acqua.

14. Che intende dire l'Apostolo quando, in un altro testo, insegna che gli autentici figli di Abramo non sono i discendenti secondo la carne, ma solo i figli della promessa (Ro 9.7) ? Con queste parole egli sembra voler affermare che l'essere membro della discendenza carnale di Abramo non è di alcun giovamento. Occorre però, in questo caso, prestare molta attenzione all'intenzione di san Paolo. Per dimostrare infatti agli Ebrei che la grazia di Dio non è vincolata alla discendenza di Abramo, e anzi questa parentela carnale non merita in se stessa alcuna attenzione, egli cita loro nel nono capitolo ai Romani il caso di Ismaele ed Esaù i quali, pur discendendo da Abramo, sono stati respinti come stranieri mentre Isacco e Giacobbe sono stati oggetto della benedizione. Di qui la conclusione che la salvezza dipende dalla misericordia di Dio, che egli concede a chi vuole, di conseguenza gli Ebrei non hanno motivo di ritenersi Chiesa di Dio se non obbediscono alla sua parola. Nondimeno, avendo abbassato così la loro vana gloria, riconoscendo d'altra parte che il patto stabilito con Abramo per lui e la sua progenie non aveva perso il suo valore, ma continuava a mantenere la sua importanza, dichiara nell'undicesimo capitolo che questa discendenza carnale di Abramo non deve essere oggetto di disprezzo e che gli Ebrei sarebbero i veri e legittimi eredi dell'evangelo qualora non se ne rendessero indegni a causa della loro ingratitudine. Li chiama perciò "santi ", malgrado la loro incredulità, a motivo della santa ascendenza da cui provengono, affermando che noi, di fronte ad essi, dobbiamo considerarci figli postumi o figli adottivi di Abramo, accolti per essere innestati sul loro tronco, di cui essi sono però i rami naturali. Per questa ragione l'Evangelo doveva, in primo luogo essere offerto loro, come a primogeniti della casa del Signore cui spettava questo diritto finché essi non l'hanno rifiutato. Anzi quale possa essere il grado di ribellione che vediamo in essi non li dobbiamo disprezzare in quanto nutriamo la speranza che la bontà del Signore riposi su di loro a motivo della promessa. San Paolo attesta infatti che essa non si allontanerà mai in quanto i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili e immutabili (Ro 11.29).

15. Tanta è l'importanza della promessa fatta ad Abramo in vista della sua discendenza. Quantunque l'elemento dominante, A questo riguardo, sia rappresentato dall'elezione del Signore, egli ha voluto, nella sua bontà, dare alla sua misericordia una forma particolare riguardo a questa discendenza per separare gli eredi del regno celeste da coloro che non vi hanno parte; e ha voluto che la circoncisione fosse attestato e suggello di questa misericordia. Analogo è oggi il caso del cristiano. Come infatti san Paolo afferma, in quel testo, che gli Ebrei sono santificati dalla loro origine e dal ceppo loro, afferma in un altro testo che i figli dei credenti sono ora santificati in virtù dei loro genitori (1 Co. 7.14); devono pertanto essere separati dagli altri, che permangono impuri. Risulta facile, sulla base di questi testi, dimostrare l'errore della loro argomentazione: i bambini, allora circoncisi, essere stati solo figura dei figli spirituali rigenerati dalla parola di Dio. San Paolo non ha fatto esegesi così sottili quando ha scritto che Gesù Cristo era ministro del popolo ebraico, per confermare le promesse fatte ai padri (Ro 15.8).

Egli sembra infatti affermare: poiché le promesse fatte ad Abramo e ai padri concernono la loro progenie, Gesù Cristo, per mantenere la parola data dal padre suo è venuto in vista della salvezza di questa nazione. Risulta dunque che, anche dopo la risurrezione di Gesù Cristo, san Paolo interpreta letteralmente e non allegoricamente il compimento di queste promesse. Altrettanto afferma san Pietro nel secondo capitolo degli Atti dichiarando agli Ebrei che la promessa concerne loro e i loro figli (At. 2.39). E nel terzo capitolo li definisce figli, cioè eredi dei patti, avendo sempre in vista quella promessa. Il testo di san Paolo che abbiamo summenzionato dimostra questo in modo esplicito, considerando la circoncisione data ai bambini quale testimonianza della comunione spirituale con Cristo. In realtà che potremmo dire riguardo alla promessa fatta dal Signore ai suoi credenti mediante la Legge, quando egli annunzia che, per amor loro, farà misericordia ai loro figli fino alla millesima generazione? Possiamo dire che questa promessa risulta abolita? Questo significherebbe annullare la legge di Dio che è stata invece confermata da Cristo in quanto ci guida alla salvezza e al bene.

Sia dunque per noi stabilito questo come un punto fermo: il Signore accoglie nel suo popolo i figli di coloro a cui si è rivelato quale salvatore e li accoglie per amore.

16. Gli altri aspetti della diversità tra la circoncisione e il battesimo che costoro si sforzano di mettere in evidenza sono ridicoli e fuori luogo, anzi in contraddizione gli uni con gli altri. Affermano infatti che il battesimo si situa all'inizio dell'impegno della fede e la circoncisione nell'ottavo giorno, quando la santificazione è interamente compiuta. Subito dopo però dicono che la circoncisione raffigura la morte al peccato, e il battesimo rappresenta il seppellimento dopo che questa morte ha avuto luogo.

Nessun pazzo si contraddirebbe in modo così evidente. Secondo un ragionamento infatti il battesimo dovrebbe precedere la circoncisione, secondo l'altro dovrebbe seguire. Queste contraddizioni non ci debbono stupire: lo spirito umano precipita in assurdità di questo genere quando si dà a fantasticare favole simili a sogni.

La prima di queste pretese diversità è dunque pura fantasia. Non è questo il genere di allegorie da farsi sull'ottavo giorno. Sarebbe ancora da preferirsi l'interpretazione degli antichi secondo cui questo numero è la dimostrazione che il rinnovamento della vita è connesso con la risurrezione di Gesù Cristo che è accaduta appunto l'ottavo giorno oppure che tale circoncisione di cuore deve durare in perpetuo fintanto che dura la vita. A me sembra invece che vi sia motivo di ritenere che nostro Signore, così facendo, prese in considerazione la debolezza dei bambini. Volendo che il suo patto fosse impresso nei loro corpi, verosimilmente fissò questa data dell'ottavo giorno affinché la loro vita non corresse alcun pericolo.

La seconda diversità non è più evidente né più fondata della prima. Affermare che mediante il battesimo siamo sepolti dopo la mortificazione è follia. Si deve piuttosto dire, come insegna la Scrittura, che siamo sepolti in vista della mortificazione (Ro 6.4).

Sostengono infine che ponendo la circoncisione a fondamento del battesimo non si dovrebbero battezzare le femmine dato che la circoncisione era riservata ai soli maschi. Ponessero attenzione al significato della circoncisione eviterebbero di ricorrere a queste ridicole argomentazioni. Con quel segno il Signore voleva dimostrare la santificazione della progenie di Israele; è evidente che egli si riferisce tanto ai maschi che alle femmine. Queste ultime non erano sottoposte al rito poiché la loro natura non lo permetteva. Ordinando dunque che i maschi venissero circoncisi il Signore ha incluso in essi anche le femmine le quali, non potendo ricevere la circoncisione nel loro corpo, partecipavano in qualche modo alla circoncisione dei maschi.

Avendo respinto e messe da parte queste assurde fantasie, come meritano, manteniamo valida la similitudine tra il battesimo e la circoncisione concernente il mistero interiore, le promesse, l'uso e l'efficacia loro.

17. Di conseguenza essi sostengono che il battesimo non debba essere amministrato ai bambini non ancora capaci di afferrare il significato del mistero che vi è presentato, il battesimo, significando, come è chiaro, la rigenerazione spirituale che non può aver luogo a quell'età. Concludono perciò che si debbono lasciare nella condizione dei figli di Adamo finché cresciuti, siano in grado di giungere alla seconda nascita.

Tutto questo contrasta con la verità di Dio in modo perverso. Lasciarli nella condizione di figli di Adamo significa lasciarli nella morte visto che è detto che in Adamo non possiamo che morire. Gesù Cristo chiede invece che si lascino avvicinare a lui. Perché? Perché egli è la vita; egli vuole dunque farli partecipi di se per vivificarli; e costoro, affermando che i bambini permangono nella morte, combattono contro la volontà sua. Pensano forse di ricorrere ad un cavillo affermando che non intendono dire che i bambini, pur essendo figli di Adamo, periscano; il loro errore è però smentito in modo sufficientemente chiaro dalla Scrittura che afferma tutti essere morti in Adamo e non aver speranza se non in Cristo (1 Co. 15.22). È dunque necessario che siamo resi partecipi di Cristo per essere eredi della vita. Analogamente è affermato altrove che per natura ci dobbiamo considerare tutti sotto l'ira di Dio (Ef. 2.3) , concepiti nel peccato (Sl. 51.7) , che implica dannazione. Ne consegue dunque che la partecipazione al regno di Dio implica l'uscire dalla nostra natura. Potrebbe essere questo concetto più chiaramente espresso che con le parole: "La carne e il sangue non erederanno il regno di Dio " (1 Co. 15.50) ? Tutto quanto è in noi deve essere annullato perché ci sia possibile diventare eredi di Dio, e questo non può avvenire senza la rigenerazione. Occorre insomma che sia assunta nella sua autenticità la parola di Gesù Cristo quando egli afferma che è la vita (Gv. 11.25; 14.6). Occorre essere in lui per sfuggire alla schiavitù della morte.

Come potranno, affermano costoro, essere rigenerati i bambini che non hanno nozione del bene e del male? Rispondiamo a questo che l'opera di Dio, quantunque risulti segreta e incomprensibile per noi, non manca di attuarsi. Ora è evidente che il Signore rigenera i bambini che intende salvare come è evidente che egli ne salva alcuni. Se infatti nascono in stato di corruzione debbono essere purificati per poter entrare nel regno celeste in cui non è ammessa alcuna impurità. Nascendo peccatori, come attestano Davide e Paolo, occorre siano purificati per essere graditi a Dio. Che chiediamo di eccessivo? Il giudice celeste dichiara che tutti dobbiamo rinascere per entrare nel suo regno (Gv. 3.3). Egli chiude la bocca ai detrattori dimostrando ciò che può compiere negli uomini santificando la persona di Giovanni Battista nel ventre materno (Lu 1.15). Non è meritevole neppure di attenzione il cavillo secondo cui quanto è accaduto una volta non deve avvenire necessariamente sempre nello stesso modo. Questo non è infatti il nostro ragionamento; vogliamo solo dimostrare che è, da parte loro, ingiusto, voler limitare, nei riguardi dei bambini, la potenza che Dio ha manifestata in una occasione.

Altrettanto priva di valore è l'altra scappatoia: pretendono che l'espressione "sin dal seno di sua madre "è caratteristica del linguaggio biblico per dire sin dalla giovinezza. Risulta invece chiaramente che, rivolgendosi a Zaccaria, l'angelo ha inteso dichiarare che Giovanni sarebbe stato riempito di Spirito Santo essendo ancora nel ventre materno. Il Signore è perciò in grado di santificare coloro che gli sembra opportuno come ha fatto con san Giovanni; la sua mano infatti non si è accorciata.

18. Per questo motivo Gesù Cristo è stato santificato sin dall'infanzia, affinché fossero in lui santificate tutte le età, secondo il suo volere. Egli ha assunto la nostra umanità e un corpo del tutto simile al nostro fuorché nel peccato perché Dio ricevesse soddisfazione nella carne di lui poiché nella carne l'offesa era stata compiuta e perché ogni giustizia e una piena obbedienza fossero adempiute nella natura nostra che egli voleva salvare, anzi perché fosse più incline a sopportarci con dolcezza e compassione, così è stato santificato nella sua umanità, pienamente sin dal concepimento per poter santificare anche i piccoli bambini mediante la partecipazione con se stesso. Se Gesù rappresenta il metro e l'esempio di tutte le grazie che il padre celeste fa ai suoi figli, anche in questo campo ci può dimostrare che la mano di Dio non è nei confronti di quella età più debole che nei confronti delle altre. Si deve comunque giungere alla conclusione che il Signore non ritrae dal mondo nessuno dei suoi eletti senza averli prima santificati e rigenerati mediante il suo Spirito.

Obiettano che in verità non si può riconoscere altra rigenerazione all'infuori di quella attuata dalla semenza incorruttibile; che è la parola di Dio (1 Pi. 1.23). Si tratta di una cattiva interpretazione del testo di San Pietro; egli si rivolge, con queste espressioni, a coloro che erano stati ammaestrati dall'evangelo, per i quali la parola di Dio è certo sempre seme di rigenerazione spirituale; non si può però dedurre da questo che i bambini non possano essere rigenerati dalla potenza del Signore in un modo che permane segreto e miracoloso per noi, ma risulta agevole e facile per lui. Anzi affermare che il Signore non possa, in qualche modo, manifestarsi ad essi, significa fare dichiarazioni senza fondamento e non dimostrate.



19. Come può verificarsi questo, dicono, dato che la fede, secondo la dichiarazione di san Paolo, si ottiene dall'udire e i bambini non hanno discernimento del bene e del male?

Non si accorgono che san Paolo allude solo alla forma ordinaria di cui il Signore si vale per dare la fede ai suoi, questo non significa che non abbia la possibilità di agire altrimenti, come ha realmente fatto in molti che ha toccati interiormente, per attirarli alla conoscenza del nome suo, senza far loro mai udire parola. Questo sembra loro in contrasto con la natura dei bambini i quali, secondo Mosè, non hanno ancora conoscenza del bene e del male (De 1.19) , chiedo loro per qual motivo vogliono por limiti alla potenza di Dio sicché non possa fare ora, in parte, nei bambini ciò che compie poco dopo, in modo perfetto, in loro. La pienezza della vita consiste nella conoscenza perfetta di Dio, e alcuni degli uomini che il Signore destina a salvezza muoiono nel corso dell'infanzia; in questo modo, è evidente che essi godranno della piena manifestazione di Dio. Se dunque ne godranno in modo perfetto nella vita futura, perché non potrebbero gustarne quaggiù qualche anticipazione o percepirne qualche elemento? Non affermiamo infatti che Dio li sottragga all'ignoranza finché li abbia liberati dal carcere del loro corpo. Non vogliamo pretendere che i bambini abbiano fede, tanto più che non siamo in grado di conoscere in che modo Dio operi in loro. La nostra intenzione è unicamente di dimostrare la temerarietà e la presunzione di costoro che affermano e negano, in base alla loro fantasia, ciò che a loro pare e piace senza preoccuparsi delle obiezioni.

20. Incalzano, affermando che il battesimo è, secondo l'insegnamento della Scrittura, sacramento di penitenza e di fede. Nei bambini non può esservi né fede né penitenza, è pertanto sconveniente amministrare loro il sacramento perché così facendo lo si svuota di significato. Questi argomenti contrastano con gli ordini di Dio più che con i nostri pensieri. Che la circoncisione sia stata segno di penitenza risulta da molte testimonianze della Scrittura, in particolare dal quarto capitolo di Geremia. San Paolo stesso la definisce "sacramento della giustizia della fede " (Ro 4.2) Si chieda dunque a Dio per quale motivo ha voluto che i bambini fossero circoncisi, poiché essendo la motivazione identica, se questo non è stato effettuato senza ragione non C'è inconveniente a che si amministri loro il battesimo. Il sotterfugio cui si ricorre abitualmente, intendendo i bambini di età infantile quali figura della vera infanzia che consiste nella rigenerazione e già stato smascherato.

Questa è perciò la nostra conclusione: poiché nostro Signore ha voluto che la circoncisione, pur essendo sacramento di fede e di penitenza, fosse data ai bambini, non esiste inconveniente alcuno a che il battesimo sia loro amministrato; a meno che questi calunniatori intendano rimproverare Dio di aver preso questa decisione. La verità, la sapienza e la giustizia di Dio risplendono in modo abbastanza evidente in queste, come in tutte le sue opere, per confondere la loro follia, la loro menzogna e la loro iniquità. Quantunque, allora, i bambini non fossero in grado di intendere il significato della circoncisione, venivano egualmente circoncisi nella carne in vista della mortificazione interiore della loro natura corrotta, affinché, essendo istruiti in questo sin dai primi anni, riflettessero a queste cose e vi si impegnassero quando l'età lo avrebbe permesso. Questa obiezione è risolta, In breve, con una parola quando affermiamo che i bambini sono battezzati in vista dell'avvenire in una fede e in una penitenza i cui semi sono già piantati per segreta operazione dello Spirito Santo anche se le manifestazioni esteriori fanno ancora difetto.

In questa ottica si possono interpretare tutti i passi che citano costoro riguardo al significato del battesimo. Quando, ad esempio, san Pietro lo definisce "lavacro di rigenerazione e di rinnovamento " (Tt 3.5) , deducono che non lo si deve dare se non a persone capaci di rigenerazione e di rinnovamento. Possiamo però replicare: la circoncisione è altresì segno di rigenerazione e di rinnovamento; non deve perciò essere data se non a coloro che vi partecipano già ora. L'ordine di Dio di circoncidere i bambini risulterebbe così, secondo la loro esegesi, folle e privo di senso. Tutte le obiezioni pertanto che si possono muovere alla circoncisione non si devono accogliere per criticare il battesimo.

Non possono obiettare che bisogna accettare come un dato di fatto ciò che è stato istituito dal Signore e bisogna considerarlo buono e santo senza discutere; questa sottomissione si addice unicamente riguardo alle cose da lui espressamente ordinate. Non c'è che da risolvere questo dilemma: ovvero le ragioni che hanno spinto Dio ad istituire la circoncisione per i bambini sono valide oppure non lo sono. Se essa risulta istituita sulla base di motivazioni valide talché non esistano argomenti contrari, lo stesso si deve affermare riguardo al battesimo.

21. Costoro pretendono che si giunge così a posizioni assurde, noi rispondiamo: gli eletti del Signore ricevendo il segno della rigenerazione e del rinnovamento da bambini, qualora lascino questo mondo prima di giungere all'età della conoscenza, sono rigenerati e rinnovati dallo Spirito del Signore come a lui piace, secondo la sua potenza a noi ignota e incomprensibile. Qualora giungano ad una età in cui sono in grado di essere istruiti nella dottrina del battesimo si renderanno conto che non devono far altro, durante tutta la vita, che riflettere su quella rigenerazione di cui portano sin dall'infanzia i segni. In questo modo si deve intendere ciò che san Paolo dice nel sesto capitolo dei Romani e nel secondo dei Colossesi che siamo nel battesimo sepolti con Cristo (Ro 6.4; Cl. 2.12). Esprimendosi in questi termini, egli non pretende che queste realtà debbano precedere il battesimo, ma intende solo fornire un insegnamento riguardo alla dottrina del battesimo che si può illustrare e comprendere altrettanto bene, dopo averlo ricevuto, quanto prima di riceverlo. Nello stesso modo Mosè e i profeti ricordavano agli Israeliti il significato della circoncisione quantunque fossero stati circoncisi nella loro infanzia. Commettono perciò un grave errore pretendendo che il battesimo debba essere preceduto cronologicamente da tutto ciò che significa; si deve anche considerare il fatto che queste cose sono state scritte a persone che erano già state battezzate.

Altrettanto può dirsi delle affermazioni di san Paolo ai Galati: "Noi tutti che siamo stati battezzati abbiamo rivestito Gesù Cristo " (Ga 3.27). Questo fatto è reale; quale ne è però lo scopo? Far sì che d'ora innanzi viviamo in lui; non già che non abbiamo vissuto in lui precedentemente. È evidente che agli adulti non si deve dare il segno se non hanno afferrato in precedenza il senso delle realtà; la situazione dei bambini è però diversa come vedremo in seguito.

Analoga intenzione ha l'affermazione di san Pietro secondo cui il battesimo, di cui è figura l'arca di Noè, ci è dato per la nostra salvezza; non il nettamento delle sozzure carnali, ma la richiesta di una buona coscienza fatta a Dio che avviene mediante la risurrezione di Gesù Cristo (1 Pi. 3.21). Se la verità del battesimo consiste in una buona testimonianza della coscienza davanti a Dio che permane quando questo sia stato eliminato se non una cosa vana e priva di significato? Non essendo i bambini in grado di avere questa buona coscienza, il battesimo loro risulta non essere che vanità e mistificazione. I ragionamenti di questo tipo sono sempre viziati dallo stesso errore, errore che abbiamo poco sopra abbondantemente refutato: pretendere che la realtà preceda, senza eccezioni, il segno. La circoncisione invece pur essendo data ai bambini non cessò per questo di essere sacramento della giustizia della fede e segno di penitenza e di rigenerazione. Qualora fosse esistita una qualche incompatibilità tra loro Dio non avrebbe stabilito queste norme. Mostrandoci che in questo consiste la realtà della circoncisione e ciononostante facendo circoncidere i bambini ci mostra chiaramente che sotto questo profilo, il sacramento è amministrato loro in vista dell'avvenire.

Nell'amministrare il battesimo ai bambini occorre dunque prendere in considerazione questa verità: esso è attestazione della loro salvezza nel suggello e nella conferma del patto di Dio con loro. Tutti gli argomenti a cui ricorrono sono pertanto da considerarsi, come ognuno può vedere, corruzioni della Scrittura.

11/02/2008 07:56
 
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Scusami Esperidia, ma sono dovuto ricorrere a quattro post.

22. Esamineremo brevemente gli altri argomenti, che possono essere risolti senza difficoltà eccessiva. Affermano che il battesimo è testimonianza della remissione dei nostri peccati. Questo è indubbiamente vero, e chiariamo che proprio per questo motivo si addice ai bambini. Essendo peccatori, come in realtà sono, hanno bisogno del perdono e della remissione dei loro peccati. Quando il Signore attesta che intende far oggetto della sua misericordia quell'età, perché dovremmo noi rifiutare il segno della realtà stessa la cui importanza è molto inferiore? L'argomento, perciò, si rivolge contro di loro: il battesimo è segno della remissione dei peccati. I bambini hanno remissione per i loro peccati; a buon diritto dunque deve esser loro concesso il segno che accompagna la realtà. Ricorrono alla citazione di Efesini cinque dove è detto che nostro Signore ha purificato la sua Chiesa mediante il lavacro dell'acqua, mediante la parola della vita (Ef. 5.26). Anche questo argomento si volge contro di loro. Deduciamo infatti da questo che se nostro Signore vuole che la purificazione della sua Chiesa sia dichiarata e garantita dal segno del battesimo, e i bambini appartengono alla Chiesa, essendo inclusi nel popolo di Dio e facendo parte del regno dei cieli, ne consegue che essi debbono ricevere la testimonianza della loro purificazione alla stregua degli altri membri della Chiesa. Paolo infatti intende parlare della Chiesa stessa, senza eccezione, quando dichiara che nostro Signore l'ha purificata mediante il battesimo.

Il fatto che mediante il battesimo siamo incorporati in Cristo (1 Co. 12.13) , come attesta la menzione del dodicesimo capitolo della I ai Corinti, non muta il problema. Infatti i bambini fanno parte del corpo di Cristo come risulta da quanto è stato detto, è opportuno che siano battezzati per essere congiunti alle membra di esso. Essi pensano così polemizzare in modo rigoroso contro di noi, accumulando a sproposito citazioni prive di senso e di intelligenza.

23. Pensano in secondo luogo poter dimostrare, sulla base della prassi apostolica, che soltanto gli adulti sono in grado di ricevere il battesimo. San Pietro infatti, dicono, a quelli che volevano convertirsi al Signore e gli chiedevano che cosa dovessero fare, rispose che dovevano ravvedersi ed essere battezzati per la remissione dei loro peccati (At. 2.37-38). Similmente all'eunuco che gli chiedeva se fosse possibile ricevere il battesimo, Filippo rispose: "Nulla lo impedisce se credi " (At. 8.37).

Da queste citazioni traggono la conclusione che il battesimo è stabilito unicamente per quelli che hanno fede e si pentono e non lo si deve amministrare a nessun altro.

Analizzando questi testi secondo il loro metodo, si dovrebbe dedurre dal primo che la penitenza basta da sola in quanto non vi si fa menzione di fede, e dal secondo che la fede sola è necessaria visto che non si richiede il ravvedimento. Essi potranno rispondere che i due testi si completano a vicenda e si debbono leggere uno alla luce dell'altro per essere rettamente intesi. Dal canto nostro però risponderemo che analogamente una sintesi valida si può stabilire solo ricorrendo a tutti gli altri testi, suscettibili di fornirci insegnamento in questo problema, in quanto il significato di un testo scritturale dipende spesso dal suo contesto.

Constatiamo dunque che in questi racconti a richiedere che cosa si debba fare, per sottomettersi al Signore, sono persone in età di comprendere. Non pretendiamo certo che queste persone si debbano battezzare prima di aver resa testimonianza della loro fede e della loro penitenza, come si può fare fra persone adulte. I casi di bambini nati da genitori cristiani è diverso. Questa diversità non è gratuita, creazione del nostro cervello, ma poggia su esplicite dichiarazioni scritturali. Constatiamo infatti che anticamente quando qualcuno si associava al popolo di Israele per servire il Dio vivente doveva, prima di ricevere la circoncisione, accettare la Legge ed essere istruito riguardo al patto che nostro Signore aveva stabilito Cl. Suo popolo in quanto per sua natura non faceva parte del popolo ebraico cui apparteneva il sacramento della circoncisione.

24. Quando il Signore prese la decisione di vincolare a sé Abramo, non lo fece circoncidere senza che egli ne comprendesse il motivo ma illustrò anzitutto il significato del patto, di cui intendeva dare conferma nella circoncisione stessa, e solo quando ebbe creduto alla promessa gli ordinò il sacramento. Perché Abramo riceve il sacramento dopo la fede e Isacco suo figlio lo riceve prima di essere in grado di intendere? Perché il primo, in età matura e non partecipando ancora al patto del Signore doveva sapere in che consistesse prima di accoglierlo. Il figlio da lui generato, fatto erede del Patto per successione, in base alla promessa fatta al padre è a buon diritto in condizione di ricevere il segno senza intenderne il significato. Per esprimerci in modo più sintetico ed esplicito: essendo i figli dei credenti resi partecipi del patto di Dio, indipendentemente dalla loro comprensione, non possono esser loro negati i segni ma sono in grado di accoglierli senza comprenderli. Questa è la ragione per cui nostro Signore afferma che i figli nati dalla discendenza di Israele gli sono stati generati come suoi figli (Ez. 16.20; 23.37) , considerandosi padre di tutti i figli di coloro cui aveva la promessa di esser loro Dio e Dio della loro discendenza. L'incredulo, nato da increduli, permane estraneo al Patto fintantoché non giunga alla conoscenza di Dio. Non stupisce il fatto che egli non sia partecipe del segno; si tratterebbe infatti di una partecipazione priva di senso. Infatti dice san Paolo, i pagani erano al tempo della loro idolatria privi del Patto e della promessa.

Il problema mi pare sufficientemente chiaro: le persone adulte che vogliono sottomettersi a nostro Signore non debbono essere accolte al battesimo senza la fede e il pentimento, trattandosi dell'unica possibilità per entrare nel Patto di cui il battesimo è segno . I bambini, figli di credenti, cui il Patto appartiene per ereditarietà in virtù della promessa sono atti a parteciparvi. Altrettanto può dirsi riguardo a coloro che confessavano le loro colpe e i loro peccati per essere battezzati da Giovanni (Mt. 3.6) , in essi vediamo soltanto degli esempi che vorremmo imitare noi oggi. Qualora infatti si presentasse un ebreo, un turco o un pagano non ci sentiremmo in grado di amministrargli il battesimo senza averlo istruito dovutamente e avere ottenuto da lui una confessione soddisfacente. Il fatto che Abramo sia stato circonciso solo dopo esser stato istruito non impedisce che dopo di lui i bambini siano circoncisi e non ricevano istruzione che al momento in cui sono in grado di intendere.

25. Per dimostrare che la natura del battesimo richiede una rigenerazione attuale si valgono del testo di Giovanni al capo terzo: "Chiunque non è nato d'acqua e di Spirito non entrerà nel regno dei cieli" (Gv. 3.5). In questo caso, affermano, nostro Signore definisce il battesimo: "rigenerazione ". Come potranno dunque i bambini ricevere il battesimo, che non esiste senza rigenerazione, loro che non sono in grado di essere rigenerati?

L'errore consiste nel voler riferire questo testo al battesimo in quanto si fa qui menzione dell'acqua; dopo aver prospettato a Nicodemo la corruzione della nostra natura e affermata la necessità della nostra rinascita, constatando che Nicodemo pensava ad una nascita corporale, Gesù Cristo dimostra come Dio opera questa rigenerazione mediante acqua e Spirito. Quasi dicesse: questo avviene mediante lo Spirito che nel purificare e lavare le anime si comporta come l'acqua. Interpreto dunque l'espressione "acqua e Spirito "nel senso dello Spirito che adempie la missione dell'acqua. Non si tratta di espressioni insolite in quanto concordano perfettamente con l'espressione del terzo capitolo dove Giovanni Battista dice: "Quello che viene dopo di me è quello che battezza con lo Spirito Santo e con fuoco ". Battezzare di Spirito Santo e di fuoco significa dare lo Spirito Santo, che ha le proprietà del fuoco nel rigenerare i credenti; così rinascere mediante l'acqua e lo Spirito significa semplicemente ricevere la potenza dello Spirito Santo, che compie nei riguardi dell'anima ciò che l'acqua compie nei riguardi del corpo. So bene che la loro interpretazione di questo testo è diversa; sono però convinto che sia questo il significato autentico e naturale del testo, l'intenzione di Cristo essendo soltanto quella di ricordarci che dobbiamo svestirci della nostra natura per poter aspirare al regno dei cieli. Volessimo imitare il loro sistema di indagine cavilloso, concedendo loro la piena validità della loro esegesi dovremmo affermare che il battesimo deve precedere la fede e il pentimento in quanto, nelle parole di Cristo, esso precede la menzione dello Spirito Santo. E in questo testo si fa indubbiamente menzione dei doni spirituali e dato che seguono il battesimo abbiamo così dimostrato la nostra tesi. Lasciamo stare però questi giochi esegetici e atteniamoci alla interpretazione che ho offerta: che cioè nessuno può entrare nel regno dei cieli, che non sia stato rigenerato d'acqua viva.



26. C'è anzi un altro argomento che dimostra l'errore della loro interpretazione; tutti quelli che non sono stati battezzati risulterebbero esclusi dal regno di Dio. Accettiamo per un istante la loro tesi di non battezzare i bambini; ci troviamo in presenza di un bambino, rettamente istruito nella nostra fede che muore prima che si sia avuta la opportunità di battezzarlo; che accadrà di lui? Nostro Signore afferma che chiunque crede nel Figlio, ha vita eterna e non viene in giudizio ma è passato dalla morte alla vita (Gv. 5.24); e non esiste alcun testo che faccia allusione ad una condanna per coloro che non siano stati battezzati. Questo non deve naturalmente interpretarsi nel senso di una svalutazione del battesimo, quasi lo si potesse lasciare da parte; la nostra intenzione è solo di mostrare che non è necessario al punto che chi non l'abbia ricevuto, per legittimi motivi, sia privo di giustificazione. Secondo la loro tesi invece tutti costoro dovrebbero essere condannati, senza eccezione, quand'anche avessero la fede mediante cui riceviamo Gesù Cristo; anzi essi condannano a morte eterna tutti i bambini in quanto negano loro il battesimo, pur riconoscendolo necessario alla salvezza. Cerchino di conciliare le loro tesi con le parole di Cristo secondo cui il regno celeste è promesso loro (Mt. 19.14). Pur accogliendo i loro ragionamenti, permane falsa, e risulta frutto di motivazioni errate, la loro ipotesi, secondo cui i bambini non possono essere rigenerati come risulta dalla credenza illustrata ampiamente più sopra: senza la rigenerazione non esiste possibilità di accesso al regno di Dio né per i piccoli né per gli adulti. Si dà il caso che esistano persone decedute da bambino, che risultano eredi del regno di Dio; esse debbono di conseguenza esser state rigenerate precedentemente. Le rimanenti realtà significate dal battesimo si attuano in loro nel tempo che il Signore ha scelto per dare loro conoscenza.

27. A valida tutela e principale garanzia della loro tesi citano pero la istituzione originaria del battesimo che deriva, a quanto dicono, dalle parole scritte nell'ultimo capitolo di san Matteo : "Andate, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo, e insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate " (Mt. 28.19).

Alcuni aggiungono quell'altro testo di san Marco: "Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato " (Mr. 16.16). Nostro Signore, dicono, ha così ordinato di procedere ad una istruzione prima di impartire il battesimo volendo dimostrare che la fede deve precedere il battesimo. Egli ha infatti dimostrato questo con il suo stesso esempio facendosi battezzare soltanto all'età di trenta anni (Mt. 3.13; Lu 3.23).

Questa esegesi risulta errata sotto molti aspetti. È un evidente errore affermare che il battesimo sia stato, per la prima volta, istituito in quella circostanza; esso infatti è stato amministrato durante tutto il tempo della predicazione di Gesù Cristo. Essendo stato istituito molto tempo prima di entrare nell'uso, non si può dunque affermare che questa ne sia stata la prima istituzione. È dunque vano questo volere fare specifico riferimento a questi testi per limitare ad essi la dottrina del battesimo. Tralasciando però questo errore esaminiamo la validità dei loro argomenti. Non risultano così probanti da non potersi risolvere ricorrendo a qualche cavillo. Danno infatti importanza fondamentale all'ordine e alla disposizione dei termini sostenendo che si deve procedere all'istruzione prima di impartire il battesimo e si deve credere prima di ricevere il battesimo in quanto sta scritto: "istruite e battezzate ", e: "chi avrà creduto e sarà stato battezzato "; con argomenti analoghi potremmo rispondere che bisogna invece battezzare prima di insegnare ad osservare le cose che il Signore ha ordinato visto che sta scritto: "battezzateli, ed insegnate loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate ". Abbiamo già visto sopra, nelle citazioni concernenti la rigenerazione d'acqua e di Spirito, un caso analogo: in base a questo ragionamento saremmo in grado di dimostrare loro che il battesimo deve precedere la rigenerazione spirituale perché è menzionato prima. Non è infatti detto: "Chi sarà rigenerato di Spirito e di acqua, ma di acqua e di Spirito ".

28. La loro tesi mi pare già in qualche modo scossa. Non è però il caso di fermarsi a questa polemica perché disponiamo di argomenti assai più solidi e validi per dimostrare la verità: il compito principale che, in questo testo, il Signore impone ai suoi apostoli è quello di annunziare l'Evangelo cui egli aggiunge il ministero di battezzare, quasi deducendolo da quell'altro compito specifico e fondamentale. La menzione del battesimo fatta qui è connessa con l'insegnamento e la predicazione come sarà mostrato da un più ampio esame.

Il Signore manda dunque i suoi apostoli per istruire gli uomini di tutte le nazioni della terra. Quali uomini? Indubbiamente persone in grado di accogliere questo insegnamento. Costoro, dice appresso, debbono essere battezzati dopo esser stati istruiti. E continuando il suo ragionamento ci dichiara che, credendo ed essendo battezzati, saranno salvati. Non è fatta menzione di bambini nell'uno come nell'altro caso. Che modo di ragionare è mai questo: si deve insegnare alle persone adulte a credere prima di essere battezzate, dunque il battesimo non concerne i bambini? Si agitino quanto vogliono, da questo testo Si può ricavare solo l'invito ad annunziare l'Evangelo alle persone che sono in grado di intenderlo prima di procedere al battesimo. Infatti si parla nel nostro testo di persone adulte. Valersi di queste parole per escludere i bambini dal battesimo equivale dunque a travis.re le parole del Signore.

29. Mostrerò con una similitudine in che consista il loro errore affinché ognuno possa rendersene conto. Se qualcuno, valendosi del detto di san Paolo: "chi non lavora non mangi " (2 Ts. 3.10) , pretendesse che ai bambini non si desse da mangiare sarebbe oggetto della beffa di tutti. Perché generalizza, estendendo a tutti, ciò che concerne uomini in una precisa. situazione. Non diversamente ragiona questa brava gente, riferendo ai bambini ciò che è detto, in modo specifico, degli adulti e facendone una norma generale.

L'esempio di nostro Signore non reca alcun appoggio alla loro tesi. Fu certo battezzato all'età di trent'anni (Lu 3.23) , ma questo è semplicemente motivato dal fatto che egli intendeva iniziare allora la sua predicazione e dare con quel gesto fondamento al battesimo che era già stato amministrato da Giovanni. Volendo, sin dall'inizio, inserire il battesimo nel suo insegnamento, onde dargli maggiore autorità, lo santifica per prima cosa nel suo corpo e nel momento che giudica confacente a questa intenzione, cioè quando egli sta per avviarsi a compiere la missione affidatagli. Possono, insomma, ricavare questo solo dato: il battesimo trae la sua origine dalla predicazione dell'evangelo. Se poi giudicano necessario stabilire l'età di trenta anni per il battesimo, perché sono i primi a non osservare questa norma amministrando il battesimo a tutti coloro che sono, a loro giudizio, sufficientemente istruiti? Lo stesso Serveto, uno dei loro maestri, ostinato nell'insistere su quest'età dei trenta anni, si vantava a vent'anni del suo dono di profezia. Possiamo tollerare che un uomo pretenda essere dottore della Chiesa prima ancora di diventarne membro?

30. Obiettano che in base di questi argomenti la Cena si dovrebbe dare ai bambini, cosa che invece non facciamo. Quasi la differenza fra i due sacramenti non risultasse chiara nella Scrittura in tutti i modi. Questa prassi fu, è vero, seguita nella Chiesa antica, come risulta da alcune testimonianze dei dottori. Ma è stata opportunamente abolita. Se consideriamo infatti la natura e la proprietà del battesimo, constatiamo che esso rappresenta il primo passo per essere riconosciuti membri della Chiesa e partecipi del popolo di Dio. È: perciò segno della rigenerazione e della nascita spirituale mediante cui siamo resi figli di Dio. La Cena, al contrario, è stata istituita per coloro che, essendo usciti dall'infanzia, sono in grado di prender cibo solido. La parola del Signore è esplicita su questo punto. Riguardo al battesimo non pone limiti di età, ma non concede la Cena se non a coloro che sono già in grado di discernere il corpo del Signore, di esaminare se stessi e di annunziare la morte del Signore. Pretenderemmo noi avere dichiarazione più esplicita di questa: "Ciascuno esamini se stesso, e mangi di questo pane e beva di questo calice " (1 Co. 11.28) ? Occorre dunque che la Cena sia preceduta da un atto di riconoscimento che un bambino non è in grado di fare. E ancora: "Chi mangia indegnamente mangia la propria condanna, in quanto non discerne il corpo del Signore ". Se non si può prender degnamente la Cena senza discernimento non sarebbe umanamente lecito da parte nostra dare ai bambini del veleno anziché del cibo. E inoltre: "Fate questo in ricordo di me. Infatti ogni volta che prendete di questo pane e bevete di questo calice voi annunziate la morte del Signore ". Come possono annunziare la morte del Signore i bambini che non sanno parlare? Questi elementi non sono invece richiesti nel battesimo. Tra i due segni esiste perciò una grande differenza che nell'antico patto è stata rispettata fra quei segni che erano simili e corrispondenti a questi. La circoncisione infatti, praticata al posto del battesimo, era destinata ai bambini; l'agnello pasquale però sostituito ora dalla Cena, non era dato ai bambini ma soltanto a coloro che erano in grado di intenderne il significato. Se questa gente avesse un briciolo di buon senso, non sarebbe cieca al punto da non vedere fatti così evidenti che si impongono quasi da sé.

31. Quantunque non sia di mio gusto accumulare frivole speculazioni, che possono annoiare i lettori, dato che Serveto, inserendosi nel problema del pedobattismo per diffamarlo, ha creduto di essere in possesso di argomenti validissimi, si rende necessaria una breve confutazione delle sue tesi.

Egli pretende che essendo perfetti i segni dati da Cristo, coloro che si presentano per riceverli debbono altresì essere perfetti o capaci di perfezione. La soluzione non è difficile: la perfezione del battesimo concerne la vita sino alla morte, limitarla ad un giorno e ad un momento specifico nel tempo significa sovvertire ogni norma. Faccio altresì notare che egli si rivela eccessivamente sciocco avendo l'illusione di trovare la perfezione nell'uomo al primo giorno del battesimo mentre siamo chiamati a raggiungere tale perfezione con un progresso che dura tutta la vita.

Egli obietta che i sacramenti di Gesù Cristo hanno significato di memoriali e sono dati affinché ognuno si ricordi di essere sepolto con lui. Rispondo che i frutti della sua fantasia non meritano refutazione. Anzi, dalla parola di san Paolo, risulta che ciò che egli vuole estendere al battesimo è peculiare della Cena, cioè l'esame di se stesso. Non risulta che sia mai stato detto nulla di simile riguardo al battesimo. Concludiamo dunque che il battesimo dei bambini incapaci di effettuare un esame di se non cessa per questo di essere valido.

Un'altra obiezione è la seguente: tutti coloro che non credono al figlio di Dio permangono nella morte e su di loro pesa l'ira di Dio (Gv. 3.36); di conseguenza i bambini, incapaci di fede permangono immersi nella loro dannazione; faccio notare che nel testo In questione non si parla del peccato originale in cui Adamo ha immersi tutti gli uomini, ma si tratta di una minaccia rivolta da Gesù Cristo a coloro che disprezzando l'Evangelo rifiutano, con atto di sufficienza e di orgoglio, la grazia che è loro offerta. Questo problema non concerne in nulla i bambini. C'è ancora un'altra prova contraria: tutti coloro che sono benedetti in Cristo sono liberati dalla maledizione di Adamo e dall'ira di Dio. Ora, come è stato detto, Cristo ha benedetto i bambini; ne consegue dunque che li libera dalla morte. Serveto sostiene, falsamente, che chi è nato dallo Spirito ode la voce dello Spirito; affermazione questa che non si trova in nessun testo della Scrittura. Quand'anche accettassimo questa erronea affermazione se ne potrà dedurre soltanto il fatto che i credenti sono condotti a seguire Dio nella misura in cui lo Spirito Santo opera in loro. Si commette però un grossolano errore volendo riferire a tutti ciò che è detto di un piccolo numero.

La quarta obiezione è questa: essendo le realtà carnali quelle che precedono (1 Co. 15.46) , il tempo opportuno del battesimo, che è di natura spirituale, si deve situare soltanto al momento in cui l'uomo è rinnovato. Pur ammettendo che tutta la discendenza di Adamo, in quanto carnale, reca con se, sin dal ventre materno, la propria dannazione, nego tuttavia che questo impedisca a Dio di porvi rimedio quando gli sembri opportuno. Serveto infatti non può dimostrare che esiste una data prestabilita che segna l'inizio della nostra vita spirituale. San Paolo dichiara che i figli dei credenti, pur essendo per natura nella stessa condizione di perdizione di tutti, sono tuttavia santificati per grazia sovrannaturale (1 Co. 7.14).

Ricorre, in seguito, ad una allegoria: Davide, salendo contro la fortezza di Sion, non prese con se ciechi e zoppi, ma uomini validi (2 Re 5.8). Se però gli butto in faccia quell'altra parabola dove è detto che Dio convoca al suo banchetto i ciechi e gli zoppi (Lu 14.21) , come se la caverà? Mi domando inoltre se in precedenza dei ciechi e degli zoppi non avevano combattuto con Davide e, di conseguenza, facevano parte della Chiesa. È però superfluo insistere più a lungo su questo punto trattandosi di una falsità da lui inventata. Un'altra allegoria è la seguente: gli apostoli sono stati pescatori di uomini (Mt. 4.19) , non di bambini. Di rimbalzo io gli chiedo che significa la parola di Gesù secondo cui l'Evangelo è una rete per catturare ogni sorta di pesci (Mt. 13.47). Non mi piace però scherzare con le cose sacre e rispondo perciò che quando è stato affidato agli apostoli l'incarico di insegnare agli uomini, non è stato loro proibito di battezzare i bambini. Vorrei però mi fosse spiegato in nome di che si devono escludere i bambini dall'umanità quando il termine greco usato dall'evangelista significa ogni creatura umana.

Sostiene ancora che dovendosi le cose spirituali riferire agli spirituali (1 Co. 2.13) , e non essendo i bambini spirituali, essi non sono idonei a ricevere il battesimo. Anzitutto egli falsifica, in modo perverso, il significato di quel testo di Paolo. È qui infatti questione non di battesimo ma di dottrina: i Corinzi si compiacevano eccessivamente del loro acume e Paolo li rimprovera dimostrando che in realtà dovevano ancora impadronirsi dei rudimenti della fede cristiana. Come è possibile dedurre da questo che si debba negare il battesimo ai fanciulli che Dio rivendica con atto di gratuita adozione quantunque siano nati dalla carne?

Riguardo alla obiezione secondo cui trattandosi di uomini nuovi, come noi affermiamo, dovrebbero essere nutriti di cibo spirituale, la risposta è facile: sono accolti nel gregge di Cristo mediante il battesimo e questo segno della loro adozione è sufficiente finché, cresciuti, siano in grado di sopportare cibo solido; si deve perciò attendere il tempo della prova che Dio richiede, in particolare al momento della Cena.

Obietta ancora, in risposta, che Cristo convoca alla Cena tutti quelli che sono suoi. Al che io rispondo che non vi ammette se non coloro che già sono pronti a commemorare il ricordo della sua morte. Di conseguenza i bambini, che ha voluto accogliere nelle sue braccia, appartengono alla Chiesa, sia pure in una forma di inferiorità. Alla sua obiezione: essere cosa mostruosa che un uomo, quando è nato, non mangi, rispondo che le anime sono nutrite in modo diverso che mangiando il pane visibile della Cena e Gesù Cristo risulta perciò sempre nutrimento ai piccoli bambini, quantunque essi non siano partecipi del segno esteriore; diverso è invece il caso del battesimo in cui è soltanto aperta loro la porta della Chiesa.

Cita il caso del buon economo che distribuisce alla sua famiglia cibo al tempo opportuno (Mt. 24.45); concordo, ma in base a quale autorità e in base a quali considerazioni sarà egli in grado di stabilire l'età del battesimo per dimostrare che darlo ai piccoli bambini significa non darlo a tempo opportuno?

Fa ancora riferimento all'ordine dato da Gesù Cristo ai suoi apostoli di recarsi a mietere quando i campi sono maturi . Che cosa ha da fare questo Cl. Battesimo? Nostro Signore Gesù, per meglio incitare i suoi apostoli a compiere il loro compito mostra che i frutti della loro fatica sono maturi: può forse da questo dedursi che il solo tempo adatto e confacente per il battesimo sia la mietitura?

L'undicesima obiezione è la seguente: nella Chiesa primitiva tutti i cristiani erano detti discepoli (At. 11.26) , e perciò i piccoli bambini non possono essere inclusi nel numero. Abbiamo già visto quanto sia sciocca questa sua deduzione che estende in forma generale quanto è detto solo ad una parte. San Luca chiama "discepoli "quelli che erano già stati ammaestrati e facevano professione di fede cristiana; come sotto la Legge gli Ebrei in età matura si dicevano discepoli di Mosè. Da questo non consegue però che fossero esclusi i bambini che Dio ha dichiarati essere membri della sua Chiesa ed ha considerato tali.



Sostiene che tutti i cristiani sono fratelli e noi non consideriamo tali i bambini, in quanto non diamo loro la Cena. Ribadisco ancora una volta il concetto che nessuno è erede del regno di Dio se non è membro di Gesù Cristo. D'altronde il gesto con cui Gesù Cristo ha reso onore ai piccoli bambini prendendoli in braccio, ha il significato di una adozione con cui egli li ha associati agli adulti nella comunità. Il fatto che, per un tempo, siano esclusi dalla Cena non impedisce loro di appartenere al corpo della Chiesa. E il brigante convertitosi sulla croce non fu meno fratello dei credenti per il fatto di non essersi mai avvicinato alla Cena.

Egli aggiunge che nessuno è reso nostro fratello se non per lo Spirito di adozione che non è conferito se non per la fede. Rispondo che ancora una volta mira fuori bersaglio applicando n modo grossolano e superficiale ai bambini ciò che è detto di persone adulte. San Paolo, infatti, dimostra in quel testo a quale mezzo Dio ricorra ordinariamente per chiamare i suoi eletti alla fede: Egli suscita loro buoni dottori, della cui fatica e del cui insegnamento si vale per afferrarli. Chi oserà però imporgli una norma rigida sì che egli non possa incorporare in Gesù Cristo i bambini facendo uso di un'altra forma segreta?

E il caso del centurione Cornelio battezzato dopo avere ricevuto lo Spirito Santo (At. 10.44) ? È: sciocchezza grossolana voler ricavare da un singolo esempio una norma generale Questo risulta dal caso dell'eunuco e dei samaritani (At. 8.27 ; 8.12). Dio ha voluto seguire un ordine diverso facendoli battezzare prima che ricevessero il dono dello Spirito Santo.

Il quindicesimo argomento è del tutto privo di valore. Serveto afferma che mediante la rigenerazione siamo resi simili a Dio. Ora sono Dèi coloro a cui la parola di Dio è stata data (Gv. 10.35) , e questo non si addice ai bambini. Questa divinità dei credenti è una delle sue fantasticherie che non starò ora a vagliare; rabbia spudorata è però la sua nel tirare in questo modo per i capelli il testo dei Sl. . Gesù Cristo fa l'esegesi di questo testo quando dice che il profeta chiama Dèi i re e le persone di autorità In quanto sono da lui stabilite. Questo abile dottore per dimostrare che ne sa più del figlio di Dio riferisce alla dottrina dell'evangelo quanto è in realtà detto della carica dei magistrati al solo scopo di eliminare dalla Chiesa i bambini.

Obietta ancora che i bambini non possono essere considerati nuove creature non essendo generati dalla Parola. Non ho vergogna di ripetere quanto ho detto spesso, cioè che la dottrina del l'Evangelo è seme incorruttibile per rigenerare quelli che sono in grado di intenderla. Quando però manchi l'età per ricevere questo insegnamento Dio dispone di mezzi sufficienti per rigenerare quelli che ha adottati.

Riprende con le sue allegorie, affermando che sotto la Legge gli animali non erano offerti in sacrificio immediatamente dopo la nascita. Avessimo facoltà di interpretare a nostro piacimento le allegorie, potrei far notare che ogni primogenito era consacrato a Dio sin dal momento in cui usciva dalla matrice (Es. 13.2); e, in particolare, è raccomandato di offrire un agnello di un anno (Es. 12.5). Ne consegue che non occorre aspettare l'età matura per offrire a Dio i bambini ma che gli debbono essere riservati e affidati sin dalla nascita.

Sostiene ancora che non si può venire a Cristo senza essere stati preparati da Giovanni Battista, quasi la missione di Giovanni Battista non avesse avuto un carattere temporale. Pur accettando questo si noterà che non v'è traccia di siffatta preparazione nei bambini che Gesù Cristo accolse in braccio e benedisse; si ritiri perciò con i suoi argomenti falsamente inventati.

Sceglie infine quale avvocato Mercurio, soprannominato sovranamente grande, e le Sibille secondo cui le purificazioni sono da riservarsi agli adulti Questa è la considerazione e il rispetto che egli ha del battesimo di Cristo; sottoposto e commisurato alla cerimonie di gente profana, al punto che non è lecito fare uso se non conformandosi all'idea di un discepolo di Platone. Ha però maggior valore l'autorità di Dio cui è piaciuto consacrare a se i piccoli bambini, anzi santificarli Cl. Segno solenne anche se non sono in grado di intenderne la forza. Non possiamo considerare lecito ricevere norme di espiazione dai pagani, che snaturano nel nostro battesimo quella norma eterna che Dio ha stabilito nella circoncisione. Per concludere egli afferma che, qualora, si dovesse ritenere valido il battesimo senza la comprensione di esso, sarebbe valido il battesimo che i bambini fanno nei loro giochi. Per potergli rispondere mi riferisco a Dio che ha stabilito la circoncisione dovesse essere comune ai grandi e ai piccoli senza aspettare che questi ultimi diventassero adulti. Se tale è l'ordine di Dio, guai a chi pretende, con questi argomenti, rovesciare la santa ed eterna istituzione di Dio. Non ci si deve stupire se questi spiriti dannati, tormentati da frenesia buttano fuori assurdità così grossolane per giustificare i loro errori, visto che Dio punisce proprio con questi deliri il loro orgoglio e la loro ostinazione.

Penso aver dimostrato in modo sufficientemente probante quanto siano fragili gli argomenti a cui Serveto ricorre in questa materia per venire In aiuto ai suoi confratelli.

32. Quanto è stato detto dimostra in modo sufficientemente chiaro come questa gente metta sossopra la Chiesa del Signore senza ragione né motivazioni valide, sollevando dibattiti e problemi, in vista di annullare quella santa prassi diligentemente seguita dai credenti sin dall'età apostolica; è stato infatti dimostrato in modo evidente che essa trova fondamenti validi e stabili nella Sacra Scrittura e abbiamo d'altro lato abbondantemente refutato tutte le obiezioni che si sogliono fare contro di essa Non sussiste perciò il minimo dubbio che ogni buon servitore di Dio si dichiari pienamente soddisfatto di questa trattazione, a lettura ultimata, e si renda chiaramente conto del fatto che tutte le critiche mosse a questa santa istituzione, per abolirla e rovesciarla, sono false macchinazioni del Diavolo, che ha lo scopo di sminuire i frutti di consolazione e di fiducia che il Signore ha voluto concederci, mediante le sue promesse e intende oscurare la gloria del nome suo, che risulta invece tanto più grande quanto più la sua misericordia risulta abbondantemente sparsa sugli uomini.

Quando infatti il Padre celeste ci attesta in modo visibile, mediante il segno del battesimo, che per amor nostro vuole prendere cura della nostra discendenza ed essere Dio anche dei nostri figli, non abbiamo forse motivo di rallegrarci seguendo l'esempio di Davide constatando che Dio assume nei nostri riguardi l'aspetto di padre di famiglia, estendendo la sua provvidenza non solo a noi ma ai nostri figli dopo la nostra morte? In questa allegrezza Dio è grandemente glorificato. Per questo motivo Satana si sforza di sottrarre ai nostri figli la comunione del battesimo perché, avendo cancellato questa dichiarazione del Signore, che ha la funzione di confermarci le grazie che vuole fare ai nostri figli, a poco a poco finiamo Cl. Dimenticare le stesse promesse che ha fatto loro. Ne deriva non solo il misconoscimento della misericordia di Dio per noi e l'ingratitudine nei suoi confronti ma anche disinteresse riguardo alla istruzione dei nostri figli nel timore e nella sottomissione alla sua legge, nella conoscenza del suo Evangelo. Non è infatti piccolo stimolo per spingerci a nutrirli in pietà e obbedienza a Dio il pensiero che sin dalla nascita siano stati accolti dal Signore nel popolo suo, quali membri della sua Chiesa. Non rifiutiamo dunque la grande bontà del nostro Signore ma presentiamogli liberamente i nostri figli cui ha promesso accesso alla comunità di coloro che egli riconosce quali familiari e membri della sua casa, cioè della Chiesa cristiana.

11/02/2008 14:34
 
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Post: 67.472
Caro Gaetano,

Post così lunghi sono difficilmente leggibili su un forum, potresti postare, gentilemente, un abstract in cui riassumi i punti "forti" a difesa del pedobattesimo?

Ti ringrazio!

[SM=g9444]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
11/02/2008 15:24
 
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Scheda Utente
 
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Caro Gaetano,
ti ringrazio per le tue risposte, però devo onestamente unirmi a Barnabino chiedendoti un sunto.

Attenzione però! La mia richiesta rivolta a Marcuccio era prettamente storica. Lui sosteneva che vi sono basi storiche per affermare che nel paleocristianesimo venisse praticato il pedobattesimo.
A questo punto vorrei sapere come, chi crede ciò, si pone davanti alle affermazione del Kurt (il che significa prima averle lette, come minimo).

Che poi vi sia un'elaborazione teologica che ha portato all'accettazione del battesimo degli infanti, questo è storicamente innegabile e persino il Kurt si schiera a favore di questa scelta.
(certo però che se il battesimo dei bimbi trova ragione parallela nella circoncisione degli israeliti ... mi sorgono alcune domande in merito alle bambinE) Ma, come dicevo, non era questa la mia domanda.

Mi sembra peraltro che tu abbia comunque risposto dicendo che il pedobattesimo non ha una base scritturistica.
Tanto mi basta.

Ciao
Eup




[Modificato da Eupeptico 11/02/2008 15:25]
11/02/2008 17:12
 
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Caro Gaetano
Che scrivi:
"Obiezione 2.
"Le Scritture richiedono fede e ravvedimento prima del battesimo."

Questo argomento naturalmente si sviluppa in questo modo: gli infanti sono incapaci di esercitare sia fede che ravvedimento e quindi non sono soggetti appropriati per il battesimo. Ma se spingiamo l’argomento un pò oltre notiamo che è un sofisma. Ciò che si sta implicando è questo:

Le Scritture richiedono fede e ravvedimento dagli adulti perché possano essere battezzati, ma siccome gli infanti non possono esercitarli non possono essere battezzati.

La fallacia di questo ragionamento sta nel fatto che la premessa riguarda gli adulti, ma la conclusione riguarda gli infanti.

Forse potremmo essere più chiari ancora sostituendo il testo precedente con questo: "Chi crede ed è battezzato sarà salvato, ma chi non crede sarà condannato." E così: le Scritture richiedono fede ed il battesimo dagli adulti perché essi siano salvati, ma siccome gli infanti non possono esercitarli saranno condannati.

E ancora: "Se qualcuno non vuole lavorare non deve neppure mangiare." E così: le Scritture richiedono che gli adulti lavorino perché mangino, ma siccome gli infanti non possono lavorare essi non possono mangiare né essere nutriti!

Il sofisma, un argomento specioso ma fallace, è ora sicuramente chiaro. Noi non crediamo che tutti gli infanti sono perduti, né crediamo che non dovrebbero non mangiare. L’errore sorge semplicemente perché si applica agli infanti ciò che è inteso per gli adulti, e chiaramente dunque anche questo argomento crolla completamente. "

Per me in quel ragionamento c'è qualcosa che mi ritorna e devo dirti che non è l'unico, ma questo qui in particolare.

Io credo che noi ed anche molte confessioni evangeliche si sono cosi fossilizzati nelle loro convinzioni sul battesimo degli adulti che non aprono nemmeno l'orecchio se ci sono delle buone argomentazioni sul battesimo dei bambini.

Grazie Gaetano delle tue preziose spiegazioni, ti sto seguendo con interesse.

Galatia [SM=x1408418]

11/02/2008 17:19
 
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Re: Caro Gaetano
Galatia, 11/02/2008 17.12:



Io credo che noi ed anche molte confessioni evangeliche si sono cosi fossilizzati nelle loro convinzioni sul battesimo degli adulti che non aprono nemmeno l'orecchio se ci sono delle buone argomentazioni sul battesimo dei bambini.





Brava Galatia, se ci sono delle buone argomentazioni sul battesimo dei bambini.
Ci sono? Se sì, dove sono scritte? Argomentazioni bibliche o storiche?



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Lonnie D. Kliever
11/02/2008 17:29
 
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La fallacia di questo ragionamento sta nel fatto che la premessa riguarda gli adulti, ma la conclusione riguarda gli infanti



Il ragionamento sarebbe fallace se fosse il solo ragionamento che viene fatto per sostenere l'illegittimità del battesimo dei bambino.

Per altro nella stessa fallacia logica cade chi vuole battezzare i bambini applicano ad essi conclusioni riguardanti gli adulti!

Il pensiero che "chi crede ed è battezzato sarà salvato, ma chi non crede sarà condannato" è rivolto agli adulti, che possono credere, e non hai bambini, per cui è altrettanto illogico dire che i bambini si devono battezzare per essere salvati, si parte da una premessa valida per gli adulti per trarre concluisoni sul battesimo dei bambini.

Come è stato osservato la domanda rivolta a Marcuccio era relativa alle prove storiche del pedobattesimo, se fosse stato praticato fin dalla chiesa apostolica dovremmo averne qualche testimonianza.

Shalom [SM=g9444]
[Modificato da barnabino 11/02/2008 17:31]
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11/02/2008 17:36
 
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Re: Re: Caro Gaetano
operman, 11/02/2008 17.19:




Brava Galatia, se ci sono delle buone argomentazioni sul battesimo dei bambini.
Ci sono? Se sì, dove sono scritte? Argomentazioni bibliche o storiche?




Non mi sembra che i ragionamenti di Gaetano siano privi di riferimenti biblici.

Galatia [SM=x1408420]


11/02/2008 17:56
 
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Cara Galatia,

diciamo che, per il poco che sono riuscito a leggere, come ho detto attendo un abstract, il ragionamento "scritturale" si limita a dimostrare che non esiste nella scrittura una chiara proibizione circa il pedobattesimo e che, in base ad un certo ragionamento "teologico" esso potrebbe essere comminato anche ai bambini.

Ma è un ragionamento basato sul silenzio, che dovrebbe prevedere della chiare indicazioni che tale battesimo era eseguito comunemente in epoca apostolica e subapostolica, cosa di cui non abbiamo traccia, almeno secondo quanto scrive Eupeptico a Marcuccio citando Kurt Aland che francamente non ho letto.


molte confessioni evangeliche si sono cosi fossilizzati nelle loro convinzioni sul battesimo degli adulti che non aprono nemmeno l'orecchio se ci sono delle buone argomentazioni sul battesimo dei bambini



Pensa un pò che ci mettono in croce già ora che battezziamo gli adulti consenzienti, immagina tu se battezzassimo i bambini!

[SM=g8422]




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Re:
barnabino, 11/02/2008 17.56:

Cara Galatia,

diciamo che, per il poco che sono riuscito a leggere, come ho detto attendo un abstract, il ragionamento "scritturale" si limita a dimostrare che non esiste nella scrittura una chiara proibizione circa il pedobattesimo e che, in base ad un certo ragionamento "teologico" esso potrebbe essere comminato anche ai bambini.

Ma è un ragionamento basato sul silenzio, che dovrebbe prevedere della chiare indicazioni che tale battesimo era eseguito comunemente in epoca apostolica e subapostolica, cosa di cui non abbiamo traccia, almeno secondo quanto scrive Eupeptico a Marcuccio citando Kurt Aland che francamente non ho letto.


molte confessioni evangeliche si sono cosi fossilizzati nelle loro convinzioni sul battesimo degli adulti che non aprono nemmeno l'orecchio se ci sono delle buone argomentazioni sul battesimo dei bambini



Pensa un pò che ci mettono in croce già ora che battezziamo gli adulti consenzienti, immagina tu se battezzassimo i bambini! [SM=g8422]








Ti do ragione, ma credo che il problema non è solo il punto del pedo-battesimo ma il significato che noi testimoni diamo al battesimo.

Io adesso non sono molto informata ma anche per la chiesa riformata il battesimo è un sacramento?


Galatia [SM=x1408420]

Ps
Ci mettono in croce???????? [SM=g9427] [SM=g9427] [SM=g9427] [SM=g9427]


[Modificato da Galatia 11/02/2008 18:09]
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Re: Re:
Galatia, 2/11/2008 6:08 PM:


Ti do ragione, ma credo che il problema non è solo il punto del pedo-battesimo ma il significato che noi testimoni diamo al battesimo.

Io adesso non sono molto informata ma anche per la chiesa riformata il battesimo è un sacramento?

Galatia [SM=x1408420]

Ps
Ci mettono in croce???????? [SM=g9427] [SM=g9427] [SM=g9427] [SM=g9427]



Beh Galatia,
prima di chiedersi che significato danno le varie chiese al battesimo bisognerebbe chiedere che significato gli dà la Bibbia.
L'idea promosso da noi tdG è che il modello biblico dovrebbe sempre essere seguito, dove è possibile.

Simon
11/02/2008 18:40
 
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Ragazzi quando sarà pronto il sunto di quello che ho scritto lo pubblicherò sul forum, nel frattempo rispondo a un obiezione di Eupeptico con una risposta di Giovanni Calvino. Il riformatore infatti ha anche analizzato l'obiezione posta al pedobattesimo e cioé "in merito alle bambine"

Eupeptico dice:

Che poi vi sia un'elaborazione teologica che ha portato all'accettazione del battesimo degli infanti, questo è storicamente innegabile e persino il Kurt si schiera a favore di questa scelta.
(certo però che se il battesimo dei bimbi trova ragione parallela nella circoncisione degli israeliti ... mi sorgono alcune domande in merito alle bambinE) Ma, come dicevo, non era questa la mia domanda.


Calvino risponde:

Sostengono infine che ponendo la circoncisione a fondamento del battesimo non si dovrebbero battezzare le femmine dato che la circoncisione era riservata ai soli maschi. Ponessero attenzione al significato della circoncisione eviterebbero di ricorrere a queste ridicole argomentazioni. Con quel segno il Signore voleva dimostrare la santificazione della progenie di Israele; è evidente che egli si riferisce tanto ai maschi che alle femmine. Queste ultime non erano sottoposte al rito poiché la loro natura non lo permetteva. Ordinando dunque che i maschi venissero circoncisi il Signore ha incluso in essi anche le femmine le quali, non potendo ricevere la circoncisione nel loro corpo, partecipavano in qualche modo alla circoncisione dei maschi.
11/02/2008 18:49
 
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Re: Re:
Galatia, 11/02/2008 18.08:



Ci mettono in croce???????? [SM=g9427] [SM=g9427] [SM=g9427] [SM=g9427]




Si, in croce. Non credono al palo! [SM=x1408403] [SM=x1408403]



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Lonnie D. Kliever
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