Giandujotta.50, 16/06/2022 18:35:
Cosa signfica pe te "nella forma di Dio"
Filippesi 2:6
il quale, pur esistendo nella forma di Dio, non prese nemmeno in considerazione l’idea di cercare di essere uguale a Dio. 7 Al contrario, svuotò sé stesso, assunse la forma di uno schiavo e divenne come gli uomini. 8 Per di più, quando venne come uomo, umiliò sé stesso e divenne ubbidiente fino alla morte, la morte su un palo di tortura. 9 Per questo Dio lo ha innalzato a una posizione superiore e gli ha benevolmente dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome"
se fosse stato Dio, per quale motivo Dio avrebbe dovuto innalzarlo a una posizione superiore...?
Certo leggendo il brano in questa forma assume un significato completamente opposto a come noi l'abbiamo sempre proclamato.
Il testo biblico
5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, 6 il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, 7 ma spogliò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; 8 trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. 9 Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, 10 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, 11 e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.
Ecco la forma che noi cattolici, e anche non cattolici hanno proclamato, fino ad oggi.
Ritengo comunque doveroso rispettare la Vs traduzione, aggiungendo però, un pensiero che per noi è di fondamentale importanza.
Il fatto unico ed irripetibile che è all'origine della fede cristiana: la decisione di Dio di incontrare l'umanità nella persona di Gesù Cristo (incarnazione). Dio riveste la sua divinità di umanità. Non mette da parte la sua divinità, non la perde, ma la completa di quell'elemento, l'umanità, che era necessaria perché l'uomo potesse vedere Dio.
L'Antico Testamento, attraverso molti episodi, ci ha trasmesso l'immagine di un Dio invisibile a tal punto che chi avesse osato guardarlo – ammesso che fosse stato possibile – sarebbe morto. Ricordiamo che Mosè, nell'episodio del pruno ardente che non si consumava, ebbe paura di guardare Dio (Es. 3,6). E il profeta Elia si coprì la faccia mentre l'Eterno passava sul monte Oreb (1 Re 19, 11-13).
Il Nuovo Testamento ci pone davanti al Dio visibile, vicino, che si pone accanto a tutti e a ciascuno, che possiamo vedere, udire e toccare, che in Gesù Cristo diventa l'Emmanuele, vale a dire "Dio con noi".
A Filippo, che chiese: "Mostraci il Padre", Gesù rispose: "Chi ha visto me ha visto il Padre" (Gv. 14,9). Divinità e umanità si incontrano in Gesù Cristo.
. Dunque, se vogliamo incontrare Dio, dobbiamo incontrarlo nella persona di Cristo Gesù, che ha condiviso la condizione umana fino alla degradazione più umiliante della croce.
Egli dunque si abbassò:
Per ciò che concerne l'abbassamento (6-8), il testo afferma, infatti, che Egli:
1) "spogliò se stesso", nel senso che si svuotò (in greco ekenosen), mise da parte il suo status d'origine, privandosi del suo spendore e dei suoi privilegi (gloria, identità e diritti divini);
2) "prendendo forma di servo" (in greco doulos, schiavo), abbandonando volontariamente la condizione di Signore e assumendo quella sociale di schiavo, vale a dire di uno che agli occhi del mondo non conta nulla; la salvezza dell'umanità inaugurata da Gesù non passa attraverso il potere, come l'uomo pretenderebbe, ma attraverso il servizio.
3) "divenendo simile agli uomini", perché in ogni cosa Gesù ha manifestato di essere uomo, dalla sua nascita alla sua morte, senza mai peccare (Ebr. 4,15);
4) "umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce". La via dell'umiliazione, nell'ambito di quel movimento di abbassamento, sta nell'ubbidienza di Gesù a Dio Padre, del quale accetta liberamente e volontariamente il progetto di salvezza dell'intera umanità per realizzarlo fino alla morte, alla morte sulla croce.
Ora però veniamo alla tua domanda:
Per ciò che concerne il suo innalzamento (9-11), l'inno cristologico mette in evidenza che ciò avviene con la dichiarazione che a Gesù Dio dà "il nome che è al di sopra di ogni nome" (11). Il nome è quello di "Signore" (Kyrios). E questo è sconvolgente per la mentalità del tempo, perché Signore è l'appellativo riservato a Dio. Dunque, a Gesù viene dato il nome di Dio.
Altri confronti del nome, tipo re e imperatori sono da escludere perchè la Parola dice: 9 Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, 10 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, 11 e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.
E questo si erge come insegnamento per ciascuno di noi.
E Gesù è il modello e l'esempio da seguire. INCARNA SU SE STESSO L'INSEGNAMENTO, PURTROPPO PRESO COME INFERIORITA' piuttosto che umiltà derivante dalla sua condizione di servo assunta.
Lc. 14,11: "Poiché chiunque si innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato" (ved. anche 18, 14). Questa espressione la ritroviamo anche in Mt. 23,12.
Mc. 10, 43-45: " Chiunque vorrà essere grande fra voi, sarà vostro servitore; e chiunque, tra di voi, vorrà essere primo sarà servo di tutti".
Gc. 4, 10 dice: " Umiliatevi davanti al Signore, ed egli vi innalzerà".
1 Pt. 5, 6: " Umiliatevi dunque sotto la potente sua mano, affinché egli vi innalzi a suo tempo".
Grazie per avermi letto.
Longo Francesco nato a Catania il 5-7-60 interesse per lo studio delle sacre scritture