00 05/03/2019 00:56
Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista “Nature”, gli esperti di scacchi giocano usando parti del cervello diverse rispetto ai principianti. Alcuni scienziati dell'Università di Costanza, in Germania, hanno infatti analizzato il cervello di 20 giocatori di scacchi di vario livello, scoprendo che negli esperti le aree del cervello più attive durante il gioco sono quelle responsabili della memoria a lungo termine, le cortecce frontale e parietale. Questo avviene perché i giocatori di scacchi a più alto livello richiamano spesso alla mente intere sezioni di partite, giocate in precedenza o studiate a tavolino, con cui confrontano la situazione attuale. Al contrario, nei principianti la regione più attiva è quella del lobo temporale mediano, che aiuta a codificare le nuove informazioni; i principianti, infatti, analizzano le nuove situazioni volta per volta, cercando la mossa migliore. I ricercatori hanno utilizzato una nuova tecnica per ottenere immagini seguendo quelli che vengono definiti "impulsi gamma focali", un indicatore dell'attività cerebrale. Le tecniche tradizionali, che si basano sulla quantità di sangue che affluisce alle varie parti del cervello, non sono abbastanza veloci per registrare i brevi lampi di attività cerebrale dei giocatori di scacchi che, nel corso degli esperimenti, fronteggiavano un computer. In qualche modo questa scoperta non é sorprendente, perché gli esperti del gioco hanno visto sicuramente più partite, e quindi devono usare meno tempo per la ricerca della soluzione di nuove situazioni. Ovviamente, poi, la memoria non è tutto, perché è importante anche il modo in cui le informazioni vengono immagazzinate e richiamate.